TREMONTI, I MOSTRI DEL VIDEOGAME E LO SCONTRO CON BERLUSCONI – Tremonti evoca i mostri del “videogame della crisi” e Berlusconi va su tutte le furie. “Se è stato un modo per farmi capire che non aprirà le casse per reperire i fondi necessari alle riforme che gli ho chiesto – dice ai fedelissimi -, stavolta si sbaglia e va a sbattere”.
Parole dure in una fase delicata. Da tempo i commentatori sottolineano l’ambiguo silenzio del superministro all’Economia, protagonista ieri della scena. Da Parigi Tremonti ha infatti affrontato la “situazione internazionale”, segnata da una crisi che non è ancora finita.
Se Tremonti sceglierà di non aprire il forziere resteranno ipotesi al vento il quoziente familiare e la cedolare secca, (utili a conquistare Casini), ma anche la riforma del fisco.
Lo scontro tra il premier e il ministro potrebbe fare molto male al governo e al Pdl. Di questo sono convinti molti dirigenti pidiellini, anche se sembra che Bossi sia molto attento a fare in modo che la situazione non degeneri.
Parallelamente continua un altro tipo di trattativa. Se da un lato l’ingresso dell’Udc nel governo sembra proprio da escludere, dall’altro i mediatori alla Letta sono convinti di aver incassato l’"appoggio esterno". Se però Moffa e Romano continueranno a fare "campagna acquisti" l’accordo potrebbe saltare.
Il nodo delle elezioni è quindi più attuale che mai. Il ricorso alle urne ha i suoi rischi, ma garantirebbe al Presidente del Consiglio di rinnovare la propria leadership. Perdere il treno delle urne in primavera potrebbe invece evocare gli spettri di un governo Tremonti. Non a caso, dal Terzo Polo c’è chi inizia a dire che un governo guidato dal super ministro potrebbe essere un’ipotesi interessante…