Lavorare ai fianchi, si direbbe in pugilato; solo che lì si fa nei confronti dell’avversario. In politica, invece, Silvio Berlusconi lo sta riservando al più scomodo e spinoso degli alleati, Matteo Salvini. E lo fa cercando di mettergli zizzania in casa: giorni fa aveva buttato lì l’idea di un Luca Zaia candidato premier, salvo smentire e smentirsi a stretto giro di dichiarazione, com’è sua ancestrale consuetudine.
Ora concede il bis, spiegando che “se non potrò tornare in campo, il centrodestra dovrà trovare qualcuno al suo interno”; qualcuno come appunto il governatore del Veneto, che “si sta comportando molto bene”.
La scelta della possibile alternativa a se stesso è tutt’altro che casuale: la si potrebbe condensare nello slogan “un altro leghista è possibile”, rispetto al focoso segretario del Carroccio che ormai da mesi non perde occasione per scavare la terra sotto i piedi del Cavaliere. Insomma: Berlusconi sa bene che se il centrodestra alle elezioni vuole avere concrete possibilità di farcela, deve presentarsi unito; e se Strasburgo gli negasse la tanto attesa riabilitazione, o se comunque i tempi del voto gli impedissero di correre da candidato premier, com’è suo ardente desiderio, l’ultima opzione che Berlusconi vorrebbe vedere attuata è proprio quella di un Salvini al suo posto.
Il gioco è complicato, e rischia di diventare pericoloso. Ma il Cavaliere fa leva sulle tensioni nemmeno tanto latenti in seno alla Lega. Già al momento della sostituzione di Bobo Maroni alla guida del partito, era stato raggiunto un accordo interno che vedeva Salvini alla segreteria e il rampante veneto Flavio Tosi candidato alle politiche. E’ stata proprio la rottura unilaterale del patto ad opera del neosegretario che ha spinto Tosi ad andarsene e a fondare un suo partito.
Ora, suggerendo Zaia come alternativa allo stesso Salvini, Berlusconi cerca di riattizzare il fuoco, ben sapendo che nel Carroccio stanno fermentando un po’ di mal di pancia nei confronti della strategia salviniana, condivisi pure da Maroni. Schermaglie pre-urne? Certo, ma anche qualcosa di più. Sempre ieri, il Cavaliere ha aggiunto: “Zaia, o qualcun altro in grado di convincere tutti”. Chiarissimo il retropensiero, anche se non verbalizzato: Salvini non convince tutti, a cominciare da Berlusconi in primis. Che tra l’altro ha la singolare tendenza a identificare “tutti” con “io”.
Il copione è scontato: il Matteo in felpa stroncherà l’ipotesi del Silvio in doppiopetto, spiegando (come ha già fatto giorni fa), che gli Zaia, i Maroni e quant’altri sono bravissimi a fare ciò che stanno facendo, e che dovranno continuare a fare. Ergo, “il candidato c’est moi”. Difficile peraltro riuscire a intravedere un possibile compromesso tra le due posizioni. Con il rischio di andare ad una rottura, tutti per sé e nessuno per tutti. Autolesionistico, certo. Ma per fortuna del centrodestra, il suo competitor centrosinistra si sta impegnando a fare anche peggio.