La Fiat conta di mantenere almeno 23 mila dei 25 mila posti di lavoro Opel in Germania e “nel caso peggiore sarebbero al massimo 2 mila posti di lavoro a essere colpiti da un’integrazione di Opel in un gruppo unitario libero da debiti con la Fiat”. Inoltre con le sinergie tra i due gruppi si avrebbe la possibilità di risparmiare 1,5 miliardi di euro che “consentiranno di restituire le garanzie statali entro 5 anni”.
Lo ha assicurato l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne intervistato dalla “Bild am Sonntag” nel quale rassicura su quattro punti: gli esuberi, il rispetto delle normative sul lavoro, il piano pensionistico di Opel, la restituzione delle garanzie messe dallo stato tedesco.
Per Marchionne il piano Fiat “soddisfa meglio di ogni altro tutti i criteri. Chiunque sappia far di conto, anche nel mondo politico, può verificarlo”. Il manager Fiat, comunque , non nasconde che il progetto del Lingotto “incontra attualmente in Germania ancora alcune riserve”. Sottolinea però che “diversamente dai nostri concorrenti, il nostro piano è un bastione contro l’esodo di tecnologia automobilistica dalla Germania e dall’Italia. Le nostre cifre sono oneste e non nascondono costi, che alla fine ricadrebbero sulle spalle dei contribuenti tedeschi”.
L’ad del gruppo italiano spiega che sarebbero rispettate “tutte le norme sul diritto del lavoro esistenti in Germania, in particolare la legge aziendale e la mitbestimmung”, che prevede lo stesso numero di rappresentanti dei lavoratori e della proprietà nel Consiglio di Sorveglianza di una società.
Sul fronte economico – spiega ancora l’amministratore delegato – “i 4 miliardi di obblighi pensionistici di Gm Europe sono calcolati nel nostro piano di finanziamento e a differenza degli altri competitori”. Inoltre “Fiat dispone di un sufficiente ed elevato cash-flow, superiore a 3 miliardi di euro all’anno. Oltre a ciò, ci sono 1,5 miliardi di euro di sinergie con Gm Europe, compresa Opel, che ci consentiranno di restituire le garanzie statali al massimo entro 5 anni”.