Matteo Renzi scatenato più del solito durante il suo intervento alla festa del Partito democratico. Ne ha per tutti, ma in particolare per i suoi colleghi di partito Dario Franceschini e Rosi Bindi colpevoli, per il sindaco di Firenze, di aver accettato dopo la loro sconfitta alle primarie, di venir riciclati con una sorta di “premio di consolazione”. Lui, invece, dice che se dovesse essere sconfitto alle primarie del suo partito, l’unica cosa che farà sarà di ricandidarsi a sindaco di Firenze. Non accetterà insomma sistemazioni all’interno del partito come hanno fatto Franceschini e Bindi. “Senza fare nomi e cognomi, se uno fa le primarie e poi fa il vicepresidente della camera o il capogruppo alla camera è evidente che le primarie sono uno strumento con cui trattare la propria sistemazione” ha detto, e tutti hanno capito a chi si stava riferendo. Non accetta di essere accusato di voler trasformare il Pd in un partito di correnti, che, dice, al massimo sono degli spifferi. Nel suo intervento Renzi ha poi toccato il tema delle possibili alleanze in vista delle elezioni nazionali. Di Casini e Vendola infatti ha detto che dovrebbero spiegare le loro intenzioni: “Sono trent’anni che fanno politica e ancora non l’ho capito”. Smentisce di star costruendo una sorta di alleanza con l candidata del Pd in Friuli Venezia Giulia, e spiega la sua campagna elettorale, che partirà il 13 settembre e lo vedrà impegnato a Verona, Trento, Belluno e Padova. L’intenzione, spiega, è di cercare persone disposte a dar vita a una classe dirigente nuova. Quindi il tema centrale che lo caratterizza da sempre: “In trent’anni il centrosinistra ha cambiato nomi e simboli, ma le persone che stanno ai piani alti non cambiano: tra ulivo e quercia abbiamo fatto una deforestazione ma i personaggi sono sempre gli stessi”. Al momento non si registrano reazioni dai colelghi del Pd, in particolare da Franceschini e Rosi Bindi, tantomeno da quello che dovrebbe essere il suo rivale alle primarie del Pd, Pierluigi Bersani. Durante il suo intervento, però, si è registrato un ampio consenso da parte dei partecipanti al dibattito.