Cronache e indiscrezioni segnalano che Mario Monti stia ricevendo pressioni dalla Bce, e da parecchi governi dell’Eurozona, affinché l’Italia richieda l’aiuto europeo accettando condizioni speciali per ottenerlo. Semplificando, la Bce comprerebbe titoli di debito italiano per ridurne i costi di rifinanziamento alla condizione che l’Italia accetti un controllo esterno, diretto e dettagliato, sulle sue politiche di bilancio: cessione totale di sovranità economica in cambio del ruolo di garante di ultima istanza del debito italiano da parte della Bce.
Il meccanismo “salva-stati” che legittima interventi illimitati della Bce sarà pronto solo dopo metà settembre perché la proposta è al vaglio della Corte costituzionale tedesca per determinarne la compatibilità con le norme nazionali. Se questa lo approverà, a fine settembre Roma dovrà decidere se accettare o meno l’adesione al programma condizionale di salvataggio. Monti ha voluto segnalare che l’Italia non ha bisogno di salvataggi, ma, prudentemente, non lo ha escluso perché lo scenario è in bilico.
Se la Bce interverrà come garante del debito di Spagna e Grecia, l’effetto contagio che penalizza oltre misura l’Italia dovrebbe terminare e ciò renderebbe non necessario il programma. In particolare, il mercato pretende un elevato premio di rischio per comprare titoli italiani perché teme la dissoluzione dell’euro e sconta la perdita dovuta all’eventuale conversione del debito in lire. Se la Bce diviene credibile nella sua volontà di difendere l’euro, comprando i titoli di debito sfiduciati dal mercato e dando liquidità ai sistemi bancari sotto stress, allora il costo di rifinanziamento dei titoli italiani dovrebbe passare da circa il 6% al 3%, e lo spread dal quasi 5% a sotto il 2%, così chiudendo la crisi finanziaria italiana.
In teoria, tale risultato sarebbe ottenibile grazie alla sola approvazione del nuovo meccanismo salva-stati e sua applicazione, in particolare, alla Spagna. Per questo Monti resiste, correttamente, alle pressioni. Ma il mercato osserva che la grave recessione potrebbe compromettere la solvibilità dell’Italia e renderla fonte di contagio. Per questo la Bce e altri Stati pretendono che richieda il salvataggio condizionale.
Come evitarlo? Solo dimostrando che l’Italia saprà tagliare sul serio debito, spesa e tasse per ottenere sia l’equilibrio dei conti pubblici, sia più crescita. Infatti, Monti sta accelerando e intensificando questa politica affinché l’Italia riconquisti la fiducia del mercato via decisioni sovrane e non via commissariamento. Per questo è interesse nazionale vitale sostenere l’azione del governo, tutti e senza tentennamenti.