M5S, via alla campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo 2018. Luigi Di Maio, candidato premier pentastellato, è intervenuto in un comizio a Perugia, dove ha parlato del percorso del movimento: “La nostra grande forza, che ci fa essere la prima forza del paese, è la partecipazione: i contributi che ognuno dà al progetto”. Continua l’esponente grillino, parlando della grande forza del partito: “Noi non crediamo di essere superiori, crediamo di aver creato qualcosa di autentico in questi anni, che si fonda sulla libertà di poter fare cose che non sono mai state fatte. Le altre forze politiche stanno cercando grandi finanziamenti, noi siamo davanti a loro e non abbiamo mai preso finanziamenti pubblici o finanziamenti privati. Come facciamo? Autotassazione, lavoro degli attivisti ma non solo. Un mese e mezzo fa ho lanciato la nostra raccolta fondi per la nostra campagna: il miracolo si realizza sempre, sono arrivati 400 mila euro in un mese e mezzo”. (Agg. Massimo Balsamo)
“IMMIGRAZIONE? STOP BUSINESS”
Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento Cinque Stelle, in piena campagna elettorale: questa sera, 25 gennaio 2018, ospite di Quinta Colonna, programma condotto su Rete 4 da Paolo Del Debbio. Il politico campano ha subito chiarito la posizione di Beppe Grillo, con l’addio del comico al noto sito web pentastellato: “Il Movimento è una parentesi della sua vita, ancora aperta, ma oggi tutte le informazioni politiche del Movimento le leggerete sul blog delle Stelle. Noi siamo una grande famiglia e ci vogliamo tutti bene: in questi anni non c’è stato nessuno ad andarsene, sono orgoglioso di essere stato eletto capo politico di questo movimento”. Successivamente, una battuta sullo scottante tema immigrazione: “L’immigrazione in Italia è un business. Le cooperative e i centri d’accoglienza finanziano la campagna elettorale del partito di governo. Anche chi sta al governo prende i soldi da chi lucra sui 38 euro al giorno. Vogliamo fermare questo business, ovvero smetterla di dare in emergenza soldi a qualche palazzinaro. Sono soldi che finiscono anche nelle casse della mafia. I flussi vanno fermati iniziando a spendere i soldi che spendiamo in Italia nei paesi di provenienza. Queste persone vanno ridistribuite nei paesi europei”. (Agg. Massimo Balsamo)
“ALLEANZE? PROGRAMMA NON SI DISCUTE”
Luigi Di Maio un giorno dopo l’altro insiste sugli stessi punti: “programma M5s da 20 punti”, e “noi le alleanze non le faremo con nessuno. Anche se…”. Quel distinguo il giovane leader grillino tiene bene a ribadirlo in ogni intervista, dato che i numeri li sa leggere molto bene e conosce lo stato dei sondaggi elettorali finora: alle elezioni il Movimento 5 Stelle dovrebbe venire incoronato come primo partito ma non avrà la maggioranza di seggi per poter formare da soli un Governo monocolore a Cinque Stelle. A quel punto, dunque, che fare? «La nostra intenzione il 4 marzo, se non dovessimo raggiungere la maggioranza assoluta, è di fare un appello a tutte le forze politiche per chiedere se vogliono aggiungere le loro priorità alle nostre. Non è in discussione la modifica dei 20 punti sulla qualità della vita degli italiani», ha spiegato oggi a Livorno dove ha anche sostenuto il sindaco Nogarin, travolto dalle indagini e dagli avvisi di garanzia. Un attimo dopo scatta subito la polemica, questa volta lanciata contro Matteo Salvini, forse anche per “smentire” le trame che vedono i grillini vicini alla Lega qualora non vi sarà maggioranza dopo le urne. «Noi il nostro programma non lo svendiamo come ha fatto Salvini che ha rinnegato la legge Fornero e ha rinnegato il 3%. Il programma resta il faro del Movimento insieme a un’azione di governo, di un governo a 5 stelle e insieme a una squadra di governo che conoscerete prima delle elezioni politiche. Da lunedì conoscerete anche i nomi dei candidati nei collegi uninominali».
GRILLO “SNOBBA” DI MAIO
Beppe Grillo si è stancato del Movimento 5 Stelle o si è stancato di Luigi DI Maio? Forse la questione da dirimere è “tutta” qui: i Cinque Stelle si apprestano a vincere le elezioni ma a non sapere cosa fare la mattina del 5 marzo. Un po’ perché il fattore “alleanze” non sembra proprio del tutto chiaro in casa Rousseau, e un po’ perché Beppe Grillo da solo rappresenta la gran parte dell’attrattiva di questi primi anni di vita del Movimento: in una ricostruzione con alcune fonti interne al Parlamento, Affari Italiani avanza una sorta di “trama” segreta tra Grillo e Alessandro Di Battista, l’altro grande assente di questa campagna elettorale. Non tanto fisicamente, ma in prospettiva: senza essere candidato, il Dibba nazionale potrebbe essere la “carta” da giocare per Beppe Grillo qualora volesse “scaricare” il giovane leader davanti ad una non vittoria alle Politiche. «Grillo sembra intenzionato a valorizzare al massimo Di Battista e non certo Di Maio, in un’ottica di palingenesi escatologica del Movimento, una sorta di diluvio universale in cui il demiurgo spazzerebbe via il suo popolo che gli si è ribellato contro, che non l’ascolta, che si è allontanato progressivamente dai suoi ideali iniziali procurandogli solo fastidi, contrattempi e guai e che, in più, si è fatto (altri) vitelli d’oro, che adora», scrive Vattinno su Affari Italiani. Se sia solo una trama “mediatica e politica” le prossime settimane, forse mesi, ce lo confermeranno/smentiranno.