“L’Italia non ha bisogno di aiuti” e “appena sarà possibile ridurremo la pressione fiscale su famiglie e imprese”. A dichiararlo è il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, in una recente intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, in cui ha fatto sapere che il nostro Paese “può uscire da questa crisi, ma deve proseguire sulla strada delle riforme. Il governo farà tutto ciò che serve per mettere in sicurezza il Paese. In autunno avremo due appuntamenti importanti: il piano pluriennale di rientro dal debito pubblico che abbiamo già avviato, e la seconda fase della spending review per efficientare la spesa pubblica”. Secondo Grilli, quanto emerge dal Bollettino mensile della Bce “conferma che esiste un malfunzionamento dei mercati e che questo rende difficoltoso il rifinanziamento dei debiti sovrani, ma poi aggiunge che questo malfunzionamento può determinare enormi problemi anche alle imprese. Io condivido questa analisi. Proprio per questo occorre accelerare gli interventi di riequilibrio annunciati dalla stessa Bce”. Il ministro dell’Economia, oltre a escludere una nuova manovra che andrebbe solamente a deprimere un’economia già in recessione, spiega anche che l’ipotesi di una patrimoniale “non appartiene al mio vocabolario. Con l’Imu e i bolli sulle rendite finanziarie il governo ha già fatto passi importanti per riequilibrare il prelievo, spostandolo dal reddito allo stock della ricchezza. Toccherà ai prossimi governi decidere se fare passi ulteriori”. Tra gli obiettivi del governo, come conferma Grilli nell’intervista rilasciata a Repubblica, c’è quello di eliminare l’aumento dell’Iva: “Contiamo di farcela ma non vogliamo illudere nessuno con promesse sulla tempistica che ora non siamo in grado di fare, ma appena si creerà uno spazio ridurremo anche le altre imposte”. Grilli spiega dunque che l’Italia continuerà a non chiedere il sostegno dello scudo anti-spread, sottolineando che attualmente “è tra i Paesi più virtuosi del mondo e sicuramente d’Europa”. “Abbiamo un surplus primario rilevante – ha aggiunto il ministro – l’anno prossimo avremo il pareggio di bilancio in termini strutturali. L’unica cosa che ci serve è un po’ di tranquillità da parte dei mercati, che continuino ad avere fiducia e mantengano i propri investimenti nel nostro Paese. Non credo che esista un caso Italia. E comunque, se esiste, negli ultimi mesi si è sicuramente ridimensionato grazie all’azione di questo governo”.
Infine, riguardo la riduzione del debito pubblico, Grilli delinea il suo piano: “Ho tracciato un percorso di rientro dell’1% del Pil all’anno, che ritengo realistico e percorribile, che ruota intorno a un programma pluriennale di dismissioni pubbliche, soprattutto sul fronte immobiliare. Questo 1% si andrebbe a sommare alla riduzione del debito derivante dal raggiungimento del bilancio in pareggio”. Con ipotesi “molto prudenti sulla crescita futura del nostro Paese”, il ministro spiega quindi che “questa riduzione sarebbe di circa il 3%, per un totale quindi di riduzione annuale del 4%. Superata questa fase recessiva, in cinque anni questo consentirebbe una riduzione del rapporto del debito pubblico sul Pil di 20 punti percentuali. Mi sembra un risultato ragguardevole, che sottolinea l’importanza di agire contemporaneamente e rigorosamente sia sul deficit che sulle dismissioni”.