Forse i parlamentari sono riusciti a escogitare un trucco per aumentarsi lo stipendio netto mensile del 24 per cento, nonostante i tagli e l’austerity. Ne dà notizia Franco Bechis, dalle pagine di Libero. Spiegando come lo stratagemma si concretizzerebbe nella proposta di legge n. 495 depositata dal deputato del Pd Guglielmo Vaccaro e che prevede rimborsi spesa più cospicui legati alla produttività e stipendi migliori per i portaborse direttamente erogati dalla Camera. L’idea di Vaccaro, da sempre molto vicino a Enrico Letta, consiste nell’ancorare gli stipendi dei nostri parlamentari a quelli degli eurodeputati. Ovviamente, ridefinendo i rimborsi spese per i viaggi. In tutto si tratterebbe di «6.200 euro netti contro gli attuali 5 mila scarsi. Un aumento di 1.200 euro netti mensili, pari appunto al 24% in più. Una volta fatta questa scelta, sarebbe direttamente indicizzata alle rivalutazioni e alle decisioni del Parlamento europeo, e quindi nessuna campagna sui costi della politica o polemica a 5 stelle potrebbe incidere su quello stipendio messo in sicurezza». Contestualmente, Marco Travaglio, dalle pagine de Il Fatto quotidiano, fa presente che l’annuncio dell’abolizione del finanziamento ai partiti è in realtà una sorta di truffa. Anzitutto, per il momento, si tratta di un semplice tweet del presidente del Consiglio, nonostante i titoli trionfalistici della stampa. Come se non bastasse, probabilmente non saranno aboliti, ma semplicemente chiamati con un altro nome: «ilddl non c’è ancora, ma già si sa che introdurrà il meccanismo dell’1 per mille sulla dichiarazione dei redditi, affinché i contribuenti possano devolvere una parte delle tasse ai partiti». Infine, «il ddl confermerà gli sgravi fiscali del 26% sui contributi privati (70 volte superiori a quelli sulle donazioni benefiche), regalerà ai partiti sedi, spazi tv e spese postali gratuiti (cioè pagati da noi)».