Il capo del governo ha tenuto la tradizionale conferenza stampa di fine anno in cui ha fatto il punto sull’operato del suo esecutivo. Particolare enfasi ha messo nel sottolineare il rinnovamento generazionale della classe politica, adesso guidata da 40enni: una svolta generazionale senza precedenti, ha detto. Adesso siamo messi alla prova ma abbiamo l’opportunità di risolvere i problemi. In questo senso ha detto come seppure tra forti tensioni politiche il 2013 ci consegna “riforme complete e compiute a partire dalla legge elettorale”. Per il prossimo anno invece sarà il tempo della svolta: economia, riforme istituzionali soprattutto. “L’Italia ce la farà avendo messo alle spalle la parte più complessa della crisi economica. Le tensioni politiche sono al massimo ma nel 2014 ci saranno le riforme e miglioreranno i dati economici” ha detto ancora. Per quanto riguarda il lavoro ha confermato il suo impegno a ridurre le tasse grazie anche all’uso delle risorse della lotta all’evasione e della spending review. La disoccupazione giovanile va poi ridotta senza alcun ma. Quindi un plauso a se stesso e al suo governo per aver ridotto di cinque miliardi di euro il peso sul debito pubblico, passato da 89 miliardi a 83. Il 2014 dunque secondo Letta sarà l’anno della crescita: “Gennaio sarà il mese dell’intervento sul tema dei capitali illegalmente esportati e quindi del loro rientro, e ci saranno interventi importati contro l’autoriciclaggio, tutto collegato al pacchetto di interventi contro l’illegalità e la criminalità”. Il fisco poi, ha aggiunto, sarà più amico dei cittadini: “A gennaio terminerà l’iter della delega fiscale, con la conseguente applicazione dei decreti attuativi che prevedono riforme importanti per rendere più efficiente il nostro sistema”.
Ha poi detto come tra gli obbiettivi del prossimo anno ci sia il superamento del bicameralismo perfetto mentre un rimpasto del governo, come chiesto da diversi esponenti del Pd, non è all’ordine del giorno. Quindi un messaggio mandato a Silvio Berlusconi: “Mi auguro che non vada verso una deriva populista. Sarebbe un errore per il Paese e per lui stesso”.