“Più che di un’altra sinistra ci sarebbe bisogno di una sinistra, perché non ne vedo traccia”. Piero Sansonetti, direttore del quotidiano Il Garantista, commenta così l’intervista di Pier Luigi Bersani a ilsussidiario.net, nel corso della quale l’ex segretario del Pd ha invocato la nascita di un’altra sinistra sottolineando: “Il centrosinistra deve tenere vitale il suo profilo ideale e culturale proprio per aprire con decisione dei varchi nella proposta politica della destra. Il Pd deve fare il suo mestiere, con rigore, e non pensare mai che la destra lasci fare ad altri la propria parte. Altro che Nazareno”.
Sansonetti, può rinascere una sinistra in Italia?
Le condizioni ci sono, perché in politica non si ammettono vuoti. L’M5S è un’opzione politica di centro, o addirittura di destra, ma che ha occupato tutto il campo della sinistra.
Ora c’è l’uscita di Fassina, Civati e Cofferati dal Pd. Possono dare vita a un’ipotesi nuova di sinistra, magari insieme a Sel?
La mia impressione è che questa sinistra nasca già vecchia, generata da malumori ma senza un vero progetto politico. Quest’ultimo manca del tutto, e nell’annientamento del progetto politico di sinistra Bersani ha avuto un ruolo non indifferente. La stessa rottamazione non è iniziata con Renzi ma con Bersani, che ha eliminato dal Parlamento personaggi di indubbia caratura come D’Alema e Veltroni. Può una nuova sinistra nascere da chi l’ha distrutta?
Ci sono maggiori probabilità che la nuova sinistra nasca da Landini e Camusso?
Loro hanno quantomeno le carte più in regola. Anche Landini e Camusso hanno commesso tanti errori, però quantomeno non hanno trascinato la sinistra verso destra. Il Pd ha fatto oggettivamente una scelta di destra, e quindi è difficile che da lì possa rinascere la sinistra. Lo ha fatto prima di Renzi, già con Bersani, prima ancora con Franceschini e con Veltroni. Al contrario del sindacato, che invece non ha mai fatto una scelta strategica di spostarsi a destra.
Eppure su ripresa, migranti e scuola Bersani ha cercato di delineare una nuova agenda per il centrosinistra…
Vorrei che qualcuno mi spiegasse che cosa c’era di sinistra nel programma politico di Bersani del 2013. Personalmente non lo trovo molto diverso dal programma di Renzi. Quest’ultimo ha spinto alcune scelte al paradosso, come con l’abolizione dello Statuto dei lavoratori, ma la linea era la stessa.
Quindi il progetto di Civati e Fassina è destinato a finire in un vicolo cieco?
E’ difficile dire se sia possibile la nascita di un nuovo embrione di sinistra che poggia su pilastri vecchi, quali sono Sel, Rifondazione comunista e i resti del Pd. Un successo possono averlo, perché lo spazio è tanto, ma in queste condizioni mi sembra difficile che riescano a strappare terreno a Beppe Grillo. Perché è li la vera competizione. Grillo e Travaglio sono due uomini di destra che hanno occupato militarmente pezzi dell’opinione pubblica di sinistra.
Quali sono i fattori che possono fiaccare di più Renzi?
Il primo sono i sondaggi, che se scendono ancora gli fanno perdere molto del suo smalto e credibilità. E poi può verificarsi un incidente parlamentare. Se su una proposta di legge il governo va sotto, per Renzi diventa complicato continuare. Di certo la riforma del Senato non sarà un passaggio semplicissimo.
Sono tutti fattori politici. E da un punto di vista sociale?
Il clima sociale dipenderà molto dalla situazione dell’economia. Il premier punta tutto sulla ripresa. Se questa c’è davvero, il governo è avvantaggiato, altrimenti diventerà complicato riuscire a resistere allo “slabbramento” sociale.
Ieri intanto è passata la riforma della scuola…
Fossi nel premier non canterei vittoria. Renzi si è inimicato pezzi importati dell’elettorato storico del Pd. Operai e insegnanti sono la base fondamentale della sinistra italiana. Litigare con i primi per lo Statuto dei lavoratori e con i secondi per la riforma della scuola non è stata esattamente un’idea geniale. Lo dirà il tempo, ma Renzi si è un po’ suicidato.
Un po’ o del tutto?
Dipende se riesce a sopravvivere fino alla fine dell’estate e a fare la riforma del Senato. Se ci riesce a primavera andremo a votare, e Renzi sarà il favorito. Se non ci riesce si trova senza legge elettorale, perché l’Italicum vale solo per la Camera, e a quel punto inizieranno i suoi guai.
Quale ruolo giocherà la magistratura in questa partita?
Mercoledì è intervenuta la magistratura sulla questione della compravendita di senatori, cercando di dare una mano a Renzi e un colpo a Forza Italia. Sono certo che interverrà ancora, Berlusconi non si illuda di farla franca perché lo marcheranno a uomo. Prima è intervenuto Woodcock, poi sarà la volta di altri. Per questo dico che se si votasse a primavera Renzi potrebbe anche avere un grosso successo.
(Pietro Vernizzi)