Si alza la temperatura della campagna elettorale in Abruzzo: domenica 25 maggio si terranno le consultazioni anche per l’elezioni del nuovo presidente e consiglio regionale. In queste ore sta impazzando la polemica da parte del Partito Democratico per i lavori di riqualificazione di piazza Unione, a Pescara. Il motivo? Il cantiere rende impraticabile la piazza, individuata da Luciano D’Alfonso, candidato del centrosinistra alla guida della regione, per i suoi comizi elettorali. A denunciare il tutto (e ad accusare il sindaco della città, il forzista Luigi Albore Mascia) sono i due consiglieri uscenti del Pd Enzo Del Vecchio e Camillo D’Angelo: “Una delle piazze individuate dal sindaco di Pescara per lo svolgimento dei comizi elettorali, piazza Unione, è stata occupata dallo stesso Comune da un cantiere per lavori di riqualificazione. E proprio questo cantiere oscura il comitato elettorale del candidato sindaco Marco Alessandrini (Pd) e del candidato alla presidenza della Regione Luciano D’Alfonso (Pd)”. I due dem parlano di “scorrettezza e violenza etica”. Del Vecchio e D’Angelo aggiungono: “Dopo una brochure pagata con i soldi dei pescaresi, un notiziario sponsorizzato da privati in violazione delle norme elettorali e un box elettorale illegale, ora si è arrivati all’oscuramento dei comitati elettorali degli avversari e poco importa se questa ultima scemenza coincida anche con l’occupazione illegittima di uno spazio indicato come sede di comizi elettorali”.
Gianni Chiodi e Luciano D’Alfonso dovranno fare i conti con Sara Marcozzi. Il presidente uscente (centrodestra) e il candidato del centrosinistra partono favoriti nella corsa in Abruzzo, ma occhio all’outsider del Movimento5 stelle Sara Marcozzi. La cittadina pentastellata ci crede fortemente: il rush finale in vista del voto del 25 maggio deve essere giocato bene, andando a convincere gli indecisi e, soprattutto vincere l’astensionismo, che nel 2007 toccò addirittura il 47.1%. Queste le parole della candidata grillina a Il Messaggero-Abruzzo: “Non facciamo sondaggi, ma anche se l’astensione non è più quella di cinque anni fa, resterà altissima. È un consenso che noi possiamo recuperare. Me ne accorgo ogni giorno parlando con la gente. C’è una fiducia ritrovata che avevo già riscontrato partecipando alla campagna elettorale per le politiche. Tutti ci davano addosso, dicendo che il voto al M5S era un voto inutile. Poi sono arrivati i fatti attraverso l’azione svolta in Parlamento e sul territorio. Ed è questo a renderci oggi ancora più fiduciosi per il voto alla Regione e nei Comuni”. Nel mirino di Grillo (atteso in terra abruzzese il 20 maggio) e della stessa Marcozzi c’è Equitalia: “Abbiamo scoperto un Regio decreto del 1910 (il n.639 del 14 aprile) che prevede la possibilità di revoca del tributo regionale alla società di gestione. Ed è la prima cosa che faremo quando saremo noi a governare”. Il riferimento è, anche, all’imprenditore di Montesilvano Silvio Buttiglione, che tentò il suicidio per una ingiunzione di pagamento: “Grillo verrà in Abruzzo il 20 maggio proprio per questo. Quel giorno saremo tutti in tribunale per dare voce alla battaglia dell’imprenditore di Montesilvano. Abbiamo sempre sostenuto la necessità di ritrovare l’onestà, ma anche l’umanità della politica”.
Sergio Chiamparino, candidato presidente del centrosinistra alle elezioni regionali in Piemonte (che si terranno domenica 25 maggio insieme alle comunali e alle Europee) fa chiarezza sul caso Expo e risponde alle accuse di Beppe Grillo. Intervistato dal Corriere della sera, l’ex sindaco di Torino dice: “Certo che conosco Primo Greganti. Era il mio capogruppo a Moncalieri, nel 1975. L’anno dopo l’ho sostituito io. Non sono un’ipocrita. Non mi ha mai chiesto nulla. Ma se lo incontro, lo saluto”. Ecco dunque la frecciatina al leader 5 stelle: “Se si vuole tirare fango nel ventilatore, ognuno è libero di farlo. Beppe Grillo attacca? Faccia pure. Nel 2006 mi diede anche dell’assassino. Presi il 67% alle amministrative. Io ho il mio profilo da politico e amministratore. Con le mani pulite. Chi vuole farsi un giudizio sul mio conto è lì che deve guardare, non altrove”. Infine, Chiamparino aggiunge: “Non voglio fare difese d’ufficio, ma se davvero si vogliono individuare certe criticità del Pd, che ci sono, il modo non è questa catena di Sant’Antonio che coinvolge nomi e persone che nulla c’entrano con Expo 2015. Anzi, mi sono riavvicinato al Pd perché mi pare abbia fatto propria la questione morale”.