Sul sito di Beppe Grillo, una lettera aperta di un gruppo di lavoratori italiani all’estero. Nella lettera invitano a schierarsi a fianco della Fiom. La lettera è introdotta, immaginiamo da Bepe Grillo ma non c’è firma alcuna, con queste parole: “Marchionne è solo un dipendente degli Agnelli.
E’ pagato per farli guadagnare e per agire da parafulmine. Nient’altro. La sua crudezza di linguaggio (e di azione) che scade nella pura provocazione per i cassintegrati, i licenziati e per gli operai che accettano ogni condizione per non perdere il posto di lavoro, è inaccettabile. I suoi padroni gli mettano la museruola. Se la Fiat ha ogni diritto di spostare la sua produzione all’estero, gli italiani hanno un diritto ancora più grande di presentarle il conto.
Per decenni i profitti degli Agnelli e dei grandi azionisti li hanno pagati i contribuenti italiani, dalla cassa integrazione quando la Fiat aveva i conti in rosso, ai contributi per le rottamazioni, agli incentivi per le fabbriche al Sud. Gli Agnelli, la cui voce non si è ancora sentita durante la trattativa, facciano pure armi e bagagli, ma prima paghino le decine di miliardi di cui sono debitori allo Stato italiano”. Nella loro lettera invece il gruppo di italiani lamenta “il tentativo di far pagare ai lavoratori i costi del fallimento del neo-liberismo”.
Per i lavoratori che invece scrivono oggi sul blog, quello di Marchionne è "un ricatto: "un contratto imposto e non negoziato; la convocazione di un referendum somigliante ai plebisciti del Ventennio in cui l’unica scelta è tra disoccupazione e condizioni imposte dal padrone; la deroga a diritti costituzionali riconosciuti attraverso la stipula di contratti privati; la rinuncia al contratto collettivo nazionale nel silenzio di Confindustria e di gran parte dei sindacati (che a priori avrebbero dovuto rifiutarsi di firmare un contratto diverso da quello nazionale per gli operai di Mirafiori); l’esclusione del più grande sindacato metalmeccanico dalla rappresentazione sindacale".
Concludendo: "Siamo per altro convinti che gli attacchi alla Costituzione, ai diritti, al nostro contratto sociale e, in breve, al futuro del nostro Paese, si possano fermare. Questa speranza si lega a due elementi: lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio di cambiarle. Per questo non abbiamo dubbi: stiamo con la FIOM."