Il collegio di Catanzaro, Vibo Valentia e Catanzaro ha comunicato i dati definitivi relativi alle preferenze. Il primo eletto nella lista del Pd è Antonio Scalzo con 12.697 voti. Al secondo posto è Vincenzo Ciconte con 12.120 voti, mentre Flora Fulco ha ottenuto più di 9mila preferenze. Intanto si segnalano dei problemi proprio per quel che riguarda lo spoglio. Il Viminale infatti ha da poco comunicato che l’esito ufficiale dello spoglio slitterà per un problema di incongruenza dei dati fino ad ora disponibili. Si tratterebbero di tre sezioni alla periferia di Cosenza dove non corrisponde il numero degli elettori, le preferenze assegnate e i verbali.
Antonella Stasi, candidata sconfitta di Forza Italia, ha reso gli auguri al vincitore, Mario Oliverio: lo attendono impegni e sfide non impossibili anche se difficili, ha detto: “La sua lunga carriera professionale gli ha fatto maturare una qualificata esperienza che, sono sicura, metterà al servizio sia della Calabria e dei calabresi. Deve far riflettere la bassa partecipazione al voto che è sintomo di malessere profondo, che mi auguro, adesso più che mai, i partiti sappiano cogliere ed il nuovo presidente non sottovalutare”.
Non entrerà in consiglio regionale alcun rappresentante della lista L’altra Calabria, guidata dal candidato governatore Domenico Gattuso. Non è infatti riuscita s epurare lo sbarramento dell’8%. Per Gattuso però nonostante la sconfitta fosse certa, rimane la consapevolezza di essere nel giusto. Ogni responsabilità della sconfitta l’assume lui, ha detto, ringraziando i candidati che si “sono battuti come leoni”. “Continuiamo a costruire, non possiamo fermarci, anche se sarà dura ripartire” ha detto in un messaggio ai suoi elettori.
L’analisi del voto secondo l’Istituto Cattaneo che spiega bene chi abbia vinto queste elezioni regionali. In Calabria Il Pd ha perso voti rispetto alle europee del mese di giugno, circa un terzo, ma ha guadagnato ben il 14,1% in più rispetto alle regionali del 2010. Il Movimento cinque stelle invece ha subito una sconfitta pesantissima, perdendo oltre 124mila voti rispetto alle elezioni europee. Malissimo anche Forza Italia che in Calabria dove rispetto alle europee il partito di Berlusconi perde oltre 50mila voti e ancora peggio rispetto alle precedenti regionali del 2010 con una perdita di circa 175mila voti.
Mario Oliverio è già stato definito “l’uomo dei record”: nessuno infatti in Calabria aveva mai vinto con oltre il 60% delle preferenze. Ma anche record del negativo, in quanto in Calabria mai si era visto un astensionismo così alto. Il Pd comunque canta vittoria, ma colpiscono i cosiddetti “trombati” nelle sue fila, nomi sulla carta vincenti e che invece non entreranno nel prossimo consiglio regionale. Fra questi Mimmo Pappaterra presidente del Parco nazionale del Pollino. Nel fronte opposto, il centro destra, resta invece fuori Giacomo Mancini di Forza Italia, assessore uscente. Diversi anche i consiglieri regionali che non riescono a rinnovare il loro incarico sempre nelle file del centro destra: Piero Chiappetta, Gianluca Galli e Gianpaolo Chiappetta che si è visto dimezzare drasticamente le preferenze avute la volta precedente. Un altro assessore uscente “trombato” è Michele Trematerra dell’Udc che delle oltre 10mila preferenze di quattro anni fa questa volta ne ha raccolte appena tremila. Restano fuori anche il presidente del consiglio regionale uscente, Giuseppe Giordano dell’Udc e Giuseppe Pedà, vicepresidente nazionale di Confcommercio e Presidente delle ferrovie della Calabria.
Mario Oliverio è stato eletto nuovo presidente della regione Calabria con oltre il 60% dei voti. “E’ stato un risultato straordinario ed il consenso largo che i calabresi ci hanno tributato rappresenta un grande atto di fiducia”, queste le prime parole del neogovernatore che sembra avere le idee chiare sui suoi obiettivi. “Con Renzi ci siamo gia dati appuntamento per il 28 novembre e cercheremo di terminare un nucleo di questioni prioritarie sulle quali bisognerà lavorare per rimettere in piedi questa regione”. Oliverio si è detto consapevole della responsabilità che graverà su di lui a causa della grave situazione economica e sociale che affligge la Calabria. “La nostra regione è in ginocchio. La disoccupazione ha raggiunto livelli preoccupanti. Il reddito pro capite della Calabria è all’ultimo posto, con uno scarto notevole finanche rispetto alla penultima della graduatoria. La povertà si è allargata nell’ultimo anno di oltre il 30%, come ci ha ricordato la Svimez”. E non ha paura di chiamare per nome i suoi nemici: ”I problemi non vanno disconosciuti, la lotta alla ‘ndrangheta va fatta in ogni ganglio della vita pubblica, ovunque. La legalità va mostrata in ogni luogo. Noi saremo inflessibili verso atteggiamenti di pigrizia, di furbizia, atteggiamenti tesi a procrastinare una pratica che deve essere spezzata perché la Calabria ha bisogno di voltare pagina”.
E’ Mario Oliverio il nuovo governatore della Regione Calabria. Concluse le operazioni di voto di queste elezioni regionali, il candidato del centrosinistra ha ottenuto il 61,02% delle preferenze totali, mentre Wanda Ferro (sostenuta da Forza Italia, Casa delle Libertà e Fratelli d’Italia) non ha superato il 23,89%. Il dato più evidente che però emerge dalle urne è quello relativo all’affluenza, in netto calo rispetto ai precedenti turni elettorali: alla chiusura dei seggi, i votanti sono stati appena il 44,1% degli aventi diritto, circa il 15% in meno rispetto a quanto avvenuto alle regionali del 2010. Nel corso della giornata non è andata meglio: alle ore 12 si era recato alle urne l’8,85%, mentre alle ore 19 il dato non ha comunque superato il 34.63%. La provincia in cui si è votato di più è Catanzaro (45%), seguita da Reggio Calabria (44,62%) e Cosenza (44,53%). “Un voto che ci riempie di responsabilità”, ha commentato Mario Oliverio quando lo scrutinio era ancora in corso ma aveva già decretato il vincitore. “Da domani si cambia musica, via clientele e discrezionalità alla Regione ma senza pregiudizi: non ci sarà uno spoil system basato sulle casacche politiche, ma una tolleranza zero per la pigrizia dei burocrati”.