Per Andrea Defranceschi del Movimento cinque stelle, l’astensionismo ha duramente colpito il suo partito, mentre altri hanno votato Lega. Ha poi criticato la situazione interna del movimento, in particolare il segretario regionale Massimo Bugani così come la candidata Gibertoni della quale ha definito fallimentare la campagna elettorale. Colpa della sonora sconfitta, ha detto ancora, le faide interne che hanno caratterizzato il movimento in Emilia-Romagna, “persone che si occupano di fare carriera all’interno del movimento o di stare sul blog di Grillo perché è molto bello stare sul blog ed essere intervistati dai giornalisti. Vivono di quello, persone che magari nella loro vita non hanno molto altro”.
Per il sindaco di Bologna Virginio Merola l’astensionismo di massa registratosi in queste elezioni “è un infarto di fiducia: bisogna reagire pensando subito al trapianto necessario”. Squadra nuova, chiudere la faccenda dei rimborsi spese e garantire una regione sobria ed efficace, ha detto. L’astensionismo, ha comunque ammesso, è un segnale di sfiducia. Romano Prodi ha invece commentato usando la metafora che diceva il suo professore del liceo: così come ti fai il letto, dormi: “I miei auguri a Stefano Bonaccini: percorra con decisione la strada della innovazione e della solidarietà. Sono certo che se si andrà in questa direzione, senza incertezza, tornerà l’impegno costruttivo di tanti e in tanti torneranno ad aiutarlo con l’entusiasmo che la gente della nostra regione ha sempre dimostrato”.
L’Istituto Cattaneo ha fatto una analisi del voto anche per quanto riguarda l’Emilia-Romagna. Qui il Pd ha perso oltre il 50% dei voti ottenuti alle ultime elezioni europee, calcolati in 667.283, mentre rispetto alle precedenti regionali del 2010 ha perso il 37,6% dei voti, pari a 322.504. Male invece il Movimento cinque stelle che rispetto alle elezioni europee di quest’anno ha perso il 64,1% dei voti pari a 284.480 viti, ma è cresciuto del 25,9% rispetto alle elezioni regionali del 2010, 30mila voti in più. La Lega nord ha raddoppiato il proprio consenso rispetto alle ultime europee, con il 100,6% in più ma ha perso il 19,1%, un quinto, rispetto alle regionali del 2010. Forza Italia ha perso su entrambi i fronti: il 63,1% in meno rispetto alle europee del 2014 e oltre l’80% pari a 417.630 voti in meno rispetto alle regionali del 2010.
Il capo del governo Matteo Renzi, che si trova in queste ore a Vienna, ha commentato il risultato delle elezioni elettorali in Emilia Romagna e Calabria. Il dato che più ha colpito e preoccupato molti, quello dell’alto livello di astensionismo, per Renzi invece è un problema secondario: deve preoccupare, ha detto, ma è un problema secondario. “Checchè se ne dica oggi non tutti hanno perso: chi ha contestato le riforme può valutare il suo risultato. Il mio interesse non è mettere le bandierine ma affrontare i problemi degli italiani” ha detto, aggiungendo che negli ultimi mesi il suo partito, il Pd, ha vinto per cinque a zero: negli otto ultimi mesi ci sono state cinque elezioni regionali e il Pd ha vinto cinque volte. Non è del tutto d’accordo l’ala del Pd che fa riferimento a Bersani, commentando che questo livello di astensione è un messaggio sconvolgente che va discusso seriamente.
In Emilia Romagna vince, come da pronostico Bonaccini ma il vero dato eclatante di queste elezioni è il boom della Lega Nord. Con il 19,42 per cento (pari a 233.439 voti) il partito di Matteo Salvini ha più che doppiato Forza Italia, ferma a 8,36% (pari a 100.478 voti). La Lega ha sbaragliato anche il Movimento 5 Stelle che non andato oltre il 13,26%, pari a 167.022 voti, dati ben distanti da quelli ottenuti solo qualche anno fa. Una situazione ribaltata rispetto alle precedenti elezioni del 28 marzo 2010 quando il Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi raggiungeva il 24,55% mentre la Lega si fermava al 13,67%. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, non può che esprimere una grande soddisfazione e tramite Twitter dichiara: “Per la Lega in Emilia-Romagna un risultato storico! GRAZIE. Ora non ci fermiamo: costruiamo l’Alternativa a Renzi in tutta Italia”. Salvini si è detto però allarmato dai dati di astensionismo e sempre sui social scrive: “Più del 60% di gente che non va a votare è una SCONFITTA per tutti. Perché tutta questa sfiducia secondo voi? Come tornare a coinvolgere?”.
Stefano Bonaccini della coalizione di centrosinistra come da previsioni è il nuovo presidente della regione Emilia Romagna, che si conferma storicamente la regione italiana da sempre di sinistra. Una vittoria amara però visto l’astensionismo record che ha segnato il voto, in maggior parte proprio elettori di sinistra che hanno voluto punire il presidente uscente, Vasco Errani coinvolto in scandali a ripetizione. Bonaccini porta a casa 615.723 voti cioè il 49,05% delle preferenze. Nella sua coalizione il Pd, Sel, Emilia Romagna Civica e Centro Democratico.Al escondo posto con un ottimo risultato Alan Fabbri rappresentante di Lega nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia con 374.736 voti, il 29,8%. Quindi la rappresentante del Movimento cinque stelle Giulia Gibertoni con il 13, 3% pari a 167.022 voti; Maria Cristina Quitavalle della lista L’altra Emilia Romagna con il 4% pari a 50.211 voti; Alessandro Rondoni di Ncd-Udc con 33.437 voti pari al 2,6% e infine Maurizio Mazzanti di Liberi Cittadini con 14.129 voti pari all’1,1%.
Seggi chiusi in Emilia-Romagna, dove alle ore 7 di domenica mattina hanno preso il via le elezioni regionali indette anticipatamente dopo le dimissioni presentate dal presidente uscente Vasco Errani il 23 luglio scorso. Terminate le operazioni di voto, è iniziato lo spoglio attraverso il quale si conoscerà il nuovo presidente e la conseguente composizione dell’Assemblea legislativa della Regione. Al momento però, come previsto e temuto nei giorni scorsi, l’unico dato degno di nota è quello relativo all’astensionismo: dalle varie rilevazioni effettuate dal Viminale, infatti, sono emersi dati allarmanti che hanno confermato la volontà degli elettori emiliani di disertare le urne. Alle ore 12 di domenica ha votato solamente il 10,75% degli aventi diritto, un vero e proprio flop poi confermato alle ore 19 quando l’affluenza non ha superato il 30% (basti pensare che in Calabria, una regione dove di solito l’affluenza è inferiore, alla stessa ora ha votato il 34%). I dati finali dell’affluenza hanno confermato il trend: 37,29% contro il precedente 67,73%. Un crollo secco, che non ammette repliche. Nel corso della giornata odierna, a partire dalle 10, IlSussidiario.net seguirà i risultati aggiornati in tempo reale, ma anche le dichiarazioni, i commenti e le analisi del voto. Una volta eletto il neo governatore sarà dunque la volta di conoscere la composizione della giunta, oltre ai nomi e alle preferenze ottenute da tutti gli eletti, ufficiosi e successivamente ufficiali. Ricordiamo che a correre per la poltrona di sindaco ci sono Stefano Bonaccini (PD), sostenuto da una coalizione di centrosinistra, Alan Fabbri (Lega Nord), sostenuto da FI, FDI-AN, Lega Nord, Giulia Gibertoni del Movimento 5 Stelle, Alessandro Rondoni sostenuto da “Emilia-Romagna popolare” (NCD e UDC), Maurizio Mazzanti sostenuto dalla lista civica “Liberi Cittadini per l’Emilia Romagna” e Maria Cristina Quintavalla, sostenuta da “L’Altra Emilia-Romagna” (lista civica con al suo interno PRC e PDCI). Nella notte di domenica lo spoglio e i risultati del voto potranno essere seguiti anche collegandosi al sito Elezioni regionali 2014 della Regione Emilia-Romagna, dove è prevista anche una diretta Twitter anche sul profilo dell’Assemblea (@AssembleaER) e su quello della Giunta (@RegioneER).