Caro direttore,
affermare che i valori non negoziabili possono essere una ideologia è un controsenso totale, un’affermazione del tutto illogica. Cos’è infatti una ideologia? E’ la sottomissione della realtà a una nostra idea, a una nostra misura, a un nostro progetto; ma i principi non negoziabili affermano esattamente l’opposto: che tutte le idee o ideologie devono essere sottomesse alla realtà, vale a dire alla realtà del valore supremo di ogni singola persona umana, della famiglia, delle libere aggregazioni, della fede religiosa, e via dicendo. Non è mai possibile vivere un valore non negoziabile in senso ideologico: se per esempio io affermo il diritto alla vita di un embrione, affermo il valore di una realtà, di una persona unica e irripetibile, non di un’idea, anche se uso delle idee per esprimere questa affermazione. Perciò dire che i valori non negoziabili sono una ideologia è una sciocchezza belle e buona.
Anzi, va detto esattamente l’opposto: solo i valori non negoziabili sono anti ideologici per loro natura, perché impediscono a qualsiasi ideologia di imporsi sulla realtà e di pretendere di modificarla. Sono essi dunque il vero baluardo contro tutte le ideologie: il baluardo della realtà, dell’essere, e dell’ordine oggettivo che c’è nell’essere.
Oggi il tentativo di tutte le ideologie è quello di rovesciare questo ordine, rifiutando l’obbedienza che esso richiede al disegno stabilito da un Altro, cioè dal Creatore. Ma in realtà questo ordine è oggettivo e riconoscibile come tale dalla ragione: che le cose siano inferiori alle persone, è un dato evidente; e che le persone siano inferiori alla Persona Infinita di Dio è altrettanto evidente. Non lo decidiamo noi, non è una gerarchia inventata dalle nostre idee: è un ordine oggettivo interno all’essere.
C’è di più. Affermare che i valori non negoziabili sono una ideologia è un atto gravissimo, perché getta il discredito su di essi e spinge a non ritenerli importanti, necessari e vincolanti per tutti. E’ una irresponsabilità gravissima in questo momento storico, dove tutti stanno cercando di denigrare questi valori, cioè le realtà che essi esprimono. Riecheggia qui il forte monito di Gesù: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare”. (Mt 18)
Chi scoraggia coloro che credono nei comandamenti di Dio, cioè nella gerarchia dei beni dell’essere, si rende responsabile di tutte le conseguenze di questo atto.
Non si può confondere in nessun modo il piano dell’incontro con Cristo con quello dei valori non negoziabili. Sono due cose nettamente distinte. I valori sono un requisito di base necessario per ogni uomo, mentre l’incontro con Cristo è il compimento totale della nostra umanità. I primi non bastano, ma sono indispensabili per tutti; il secondo è l’unica realtà che ci può realizzare, ma non annulla in nessun modo l’indispensabilità dei primi.
Perciò dire che don Giussani non ha posto i valori come condizione per incontrare Cristo è un’altra sciocchezza totale: è come dire che non ha posto la respirazione polmonare come requisito necessario per la fede nello Spirito Santo; sono due cose distinte, che riguardano due piani diversi, ma egualmente necessari della vita umana.
Così la vita umana, personale e sociale, non è possibile senza i valori non negoziabili, cioè senza il rispetto della vita, della persona, della famiglia, etc; per questo sono indispensabili e indiscutibili per chiunque e immodificabili da qualsiasi ideologia.
Affermare che l’aborto non è una questione decisiva è un’altra affermazione gravissima e irresponsabile. Oggi il problema dell’aborto non è semplicemente quello dell’azione sconsiderata di qualche donna isolata o di qualche medico criminale: è un atto voluto dal Parlamento e dal popolo italiano, affermato coscientemente e ostinatamente con delle leggi difese strenuamente. E’ dunque il più grave punto di corruzione dell’umano e di opposizione a Dio. Non riconoscere questo fatto, con il tragico carico di milioni di morti innocenti da esso continuamente provocato, è una cecità imperdonabile. Abrogare le leggi abortiste è il primo dovere per qualsiasi politico cristiano e non cristiano, prima di curare qualsiasi altro aspetto legislativo o amministrativo. Le leggi abortiste sono un cancro che distrugge le coscienze e le marchia indelebilmente, una cancrena che marchia tutto il resto e porta tutto l’organismo alla sua morte lenta e inesorabile. Prima ancora della morte dei figli è la morte delle coscienze che queste leggi provocano.
Se quella di Doninelli è la posizione di CL, allora la crisi di CL non è più quella poco rilevante delle incoerenze o fragilità personali di qualche suo membro, ma è la crisi tremenda di chi si distacca dalla verità. Questa crisi è la più temibile e la più devastante. CL non deve in alcun modo prendere questa strada, altrimenti il prezzo che dovrà pagare sarà altissimo. I suoi responsabili hanno il dovere di fare delle scelte inequivocabili, schierandosi senza compromessi con la verità e dichiarandola integralmente. La difesa dei valori non negoziabili deve perciò essere chiara e primaria davanti a tutti e deve essere il criterio fondamentale di ogni scelta elettorale.