Sergio Mattarella potrebbe tornare sui suoi passi e affidare l’incarico a Giuseppe Conte, facendo una retromarcia su Paolo Savona e dando fiducia a Lega e M5s. Poco fa è arrivata anche la disponibilità di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ad entrare a fare parte della maggioranza: “Presidente, noi non abbiamo condiviso nessuna delle scelte che ha fatto nelle ultime settimane, ma l’Italia è sotto attacco e l’Italia non può permettersi in questo momento né un governo che vada in Italia prendendo forse venti voti, facendoci ridere dietro dal mondo, né di tornare di 29 di luglio o di 5 di agosto, o l’attacco finanziario della speculazione in atto”.
Continua la leader di FdI: “Un gesto di responsabilità deve arrivare da tutti, soprattutto da chi si considera un patriota. Noi abbiamo da chiederle, provi a fare l’unica cosa che non ha fatto finora: dare un incarico a chi era arrivato prima alle elezioni, al Centrodestra, per formare un Governo e verificare se in aula, anche grazie all’estensione di altri partiti con la stessa responsabilità, c’è la possibilità di formare un governo, di calmare la situazione internazionale e di occuparci dei problemi degli italiani”. Sottolinea Giorgia Meloni a proposito dell’accordo Lega-M5s: “O in subordine, c’è comunque una maggioranza che si è formata in queste settimane, la maggioranza che metteva insieme la Lega e il Movimento 5 Stelle. Era pronta a fare un governo e aveva stipulato un contratto di Governo: noi siamo stati critici, però arrivati a questo punto siamo anche disponibili a rafforzare quella maggioranza con Fratelli d’Italia perché crediamo che bisogna fare tutto quello che c’è da fare in questo momento per tirare fuori l’Italia dalla situazione di caos nella quale rischia di gettarsi. Presidente, ci rifletta perché non avremo molto altro tempo”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TORNA IN AUGE IPOTESI CONTE-SAVONA?
Possibile ed ennesimo colpo di scena sul nuovo Governo. Carlo Cottarelli non ha consegnato la lista dei ministri al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, come sottolinea Repubblica, potrebbe riaprirsi l’ipotesi Lega-M5s. Le due forze politiche infatti potrebbero riprovare a dare vita al “governo del cambiamento”, con Luigi Di Maio che ha annunciato che l’impeachment per il capo dello Stato “non è più sul tavolo”. E intervenuto in un comizio a Napoli ha detto: “Se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo: ma una maggioranza c’è in Parlamento fatelo partire quel governo ma basta mezzucci. Perchè di governi tecnici, istituzionali, non ne vogliamo. La maggioranza c’è se si vuole risolvere questa crisi e rassicurare i mercati si faccia partire un governo che ha già un programma chiaro”. Cambio di strategia per il leader pentastellato, con Matteo Salvini che ha più volte invocato nelle ultime ore la necessità di fare partire il Parlamento, “almeno per smontare un pezzo di Legge Fornero, approvare la legittima difesa e tagliare i vitalizi e alcune tasse”. Ora la palla passa a Sergio Mattarella, che potrebbe pensare di dare l’incarico a Giuseppe Conte e tornare sui suoi passi sulla vicenda Paolo Savona. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IPOTESI RINUCIA PER COTTARELLI
Il governo di Carlo Cottarelli si farà o non si farà? Giornata ricca di colpi di scena quella di oggi, con il premier incaricato che, contrariamente alle previsioni, non ha presentato al Quirinale la lista dei ministri del suo esecutivo neutrale. Come sottolineato in precedenza, l’economista tornerà domani dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: in programma un incontro formale, il cui esito è molto difficile da prevedere come sottolineato da Il Post. Il motivo della frenata è legato alla necessità di approfondire alcune questioni relative alla squadra dei ministri, anche se l’ipotesi della richiesta da parte dei partiti del voto a luglio sia tra le più considerate. Sergio Mattarella sta prendendo tempo, con la possibile rinuncia di Carlo Cottarelli che nonostante la smentite è ancora in piedi. Saranno decisive le prossime ore, tra esecutivo sì e esecutivo no: le elezioni sembrano sempre più vicine… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IPOTESI VOTO A LUGLIO?
Che sia per rimettere domani il mandato, per convocare elezioni anticipate o per concordare nuovi nomi per i ministri, quanto successo oggi al Quirinale è da iscriversi ai fatti quantomeno “insoliti” di questi 90 giorni quasi di crisi di governo. Irrituale la scelta di uscire dalla porta secondaria che inevitabilmente fa nascere numerosi dubbi e misteri dietro allo stato dei rapporti tra il Colle e il premier incaricato. «Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri, ma non ci vorrà molto», aveva detto Cottarelli all’entrata, ma pare chiaro al momento che quelle discussioni non siano concluse. Cresce sempre di più l’ipotesi di un voto anticipato a luglio se realmente i partiti fossero disponibili a livello trasversale di “forzare” i regolamenti e sciogliere da subito le Camere. In quel caso, Cottarelli e Mattarella starebbero pensando come impostare il calendario degli eventi delle prossime decisive settimane: se invece, come rivelano le fonti di Rai News24 dal Quirinale, la convocazione di domani mattina al Colle sarà l’effettivo momento per la nomina dei ministri allora quello di oggi sarà stato un irrituale ma “innocuo” incontro per definire al meglio i pochi nomi della squadra di governo tecnico.
COTTARELLI SE NE VA SENZA LISTA MINISTRI
Ennesimo colpo di scena nelle trattative per la formazione del governo: Carlo Cottarelli, dopo essersi recato al Quirinale per un incontro formale con il Presidente della Repubblica Mattarella – al quale avrebbe dovuto consegnare la lista dei ministri -, ha lasciato il Colle senza rilasciare dichiarazioni. Per domani è stato fissato un nuovo incontro con il capo dello Stato, durante il quale il Presidente del consiglio incaricato potrebbe addirittura rimettere il suo mandato. A cosa è dovuto questo cambio di passo inatteso? Indiscrezioni dell’ultimissima ora parlano di una convergenza dei partiti – comprese ampie frange del Pd – che avrebbero deciso di accelerare verso le urne. Un immediato ritorno al voto dunque, probabilmente nella settimana tra il 29 luglio e il 5 agosto, che verrebbe a significare un immediato scioglimento delle Camere. Tutte da capire, ovviamente, le ragioni che avrebbero portato a questo improvviso cambio di registro dalle parti in causa: il Quirinale, il Presidente del Consiglio incaricato e i partiti. (agg. di Dario D’Angelo)
INIZIA INCONTRO MATTARELLA-COTTARELLI
E’ iniziato il tanto annunciato incontro fra il presidente del consiglio incaricato, Carlo Cottarelli, e il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Poco dopo le ore 16:20 il futuro Premier ha lasciato Palazzo Montecitorio per trasferirsi al Quirinale, dove è arrivato puntuale alle ore 16:30, trasportato da un’auto istituzionale e non da un taxi come accaduto nel precedente incontro. L’economista presenterà a Mattarella la lista dei Ministri, che sarà snella e composta da figure di spicco, perché ex titolari di ministeri o perché ricoprenti cariche istituzionali di prestigio. A riguardo, spunta una nuova indiscrezione riportata dall’agenzia di stampa Adnkronos, secondo cui alla Salute potrebbe essere messo Walter Ricciardi, già presidente dell’Istituto superiore di sanità. Intanto i vari partiti iniziano a lavorare in ottica elezioni, anche se prima bisognerà capire quando queste si terranno. Si parlava di settembre, ma secondo le ultime voci non è da escludere vengano addirittura anticipate al prossimo luglio: «Si può fare se c’è l’accordo tra i partiti – ha detto a riguardo Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato – evidentemente dopo la fiducia deve esserci lo scioglimento delle Camere. Per gli italiani all’estero il governo può fare un decreto». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ANCHE IL PD SI ASTIENE SULLA FIDUCIA
Cresce l’attesa per l’arrivo al Quirinale di Carlo Cottarelli, il Presidente del Consiglio incaricato da Sergio Mattarella di formare un governo. Eppure sembra già segnato – prima ancora di conoscere la lista dei ministri – il destino dell’ex uomo della spending review in Parlamento. Come riportato da TgCom24, infatti, a meno di clamorosi colpi di scena – attualmente non all’orizzonte – il governo Cottarelli non riceverà la fiducia da alcuna forza politica italiana. Anche il Partito Democratico, per ragioni di opportunità alquanto evidenti – dal momento che ci separano pochi mesi da nuove elezioni – si è di fatto sfilata. Lo ha annunciato il segretario reggente, Maurizio Martina:”Il partito sostiene con piena convinzione l’operato del Presidente Mattarella e la scelta di varare un governo neutrale che abbia come scopo fondamentale quello di portare in maniera ordinata il Paese alle elezioni anticipate” e per questo motivo si “asterrà” sulla fiducia. Clicca qui per le consultazioni in diretta dal Quirinale (agg. di Dario D’Angelo)
GOVERNO, SALVINI:”UE CI MINACCIA”
Matteo Salvini torna a parlare sui social e torna ad attaccare i mercati finanziari e l’Unione Europea dopo l’ultima uscita ben poco felice del Commissario Europeo al Bilancio, il tedesco Oettinger, che in una intervista tv ha spiegato che «i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta». Salvini riprende le parole del tecnocrate e rilancia, «Pazzesco, a Bruxelles sono senza vergogna. Il Commissario europeo al Bilancio, il tedesco Oettinger, dichiara ‘i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta’. Se non è una minaccia questa… Io non ho paura». Si addensa invece la posizione del Governo Cottarelli: è forse la prima volta della storia in cui ben diversi giorni prima della fiducia si è praticamente del tutto sicuri che questa non verrà concessa dal Parlamento, già pronto al tornare alle urne. Dopo Lega, M5s, Fratelli d’Italia ora anche il Pd non si dice proprio “certo” di votare la fiducia all’ex commissario per la spending review: sempre più solo Cottarelli con la snella squadra di ministri in via di presentazione tra qualche ora al Quirinale potrebbe avere davvero vita brevissima, a meno di sorprese dell’ultima ora su accordi per nuove Leggi elettorale e Finanziaria da preparare prima di tornare alle urne nei prossimi mesi. (agg. di Niccolò Magnani)
ALLE 16.30 COTTARELLI SALE AL QUIRINALE
Fra circa due ore e trenta dovrebbe prendere ufficialmente il via il nuovo governo tecnico con il presidente del consiglio incaricato, Carlo Cottarelli. Il Premier salirà al Colle, per incontrare al Quirinale, dalle ore 16:30, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Durante il vis-a-vis, il Primo Ministro dovrebbe presentare la squadra con cui sarà composta il nuovo governo, e di cui vi abbiamo parlato ampiamente qui in basso. Come fa sapere l’Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica, la Sala Stampa presso la Loggia d’Onore sarà aperta agli operatori media a partire dalle ore 15:00 di oggi. Intanto è uscito allo scoperto il segretario del Partito Democratico, Maurizio Martina, che alla riunione del Gruppo Pd alla Camera ha parlato così del nuovo governo: «Per rispettare lo scopo preciso del governo e la sua necessaria neutralità politica, penso sia opportuno che il Pd si astenga sul voto di fiducia alle Camere, evitando anche così ogni strumentalizzazione di sorta. Proporrò alla direzione nazionale dei prossimi giorni questa posizione». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PROSEGUE IL TOTO MINISTRI
Da questa mattina il Presidente del Consiglio Paolo Cottarelli è rinchiuso all’interno della stanza messagli a disposizione a Montecitorio nel tentativo di comporre in tempi “stretti” la squadra di governo che avrà con ogni probabilità il compito di traghettare il Paese verso nuove elezioni dopo l’estate. Dell’esecutivo, come riportato da TgCom24, dovrebbero fare parte il giurista Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato, Raffaele Cantone, attuale presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Paola Severino, già ministro della Giustizia nel governo Monti, Francesco Paolo Tronca, già commissario straordinario del Comune di Roma, Elisabetta Belloni, indiziata di premiership del governo “neutrale” ipotizzato da Mattarella qualche settimana fa, Anna Maria Tarantola, ex presidente Rai, e Sabino Cassese, che secondo i rumours dovrebbe occupare la casella di Ministro dell’Istruzione. (agg. di Dario D’Angelo)
SCHIZZA LO SPREAD
La minaccia finanziaria ed economica da tutta l’Europa è inquietante in questa ennesima giornata senza Governo per l’Italia: lo spread Btp-Bund decennali è salito ancora e tocca i 320 punti base, ben 100 netti rispetto alla giornata di ieri dove è stato nominato il premier incaricato Carlo Cottarelli. Il tasso di rendimento tocca il 3,4%, per poi riassestarsi negli ultimi minuti a 310 punti base. Secondo il differenziale invece sui titoli biennali, si sfiora anche qui i 300 punti con rendimento superiore al 2%: non bastava l’ombra dello spread, ora ci si mette anche l’agenzia di rating tra le più influenti al mondo, ovvero Moody’s. L’ultimatum suona più come una minaccia: «se il prossimo governo porterà avanti politiche di bilancio insufficienti a posizionare nei prossimi anni il debito su una traiettoria di discesa». Secondo l’agenzia Usa, inoltre, «Altrettanto negativo sarebbe un fallimento nell’articolare e presentare un’agenda di riforme strutturali credibili»: si legge nel comunicato dedicato da Mood’y alla situazione di crisi del governo italiano che manca ormai da tre mesi. (agg. di Niccolò Magnani)
RENZI: “FRONTE ANTI SFASCISTI LEGA-M5S”
Mentre è in corso alla Camera il lavoro di definizione della lista di nomi da presentare a Mattarella in giornata, il premier Cottarelli è sottoposto agli attacchi, non personale ma di “circostanza” per quanto successo due giorni fa con il crollo del Governo Conte e la cristi istituzionale fortissima di questi giorni. Lega e M5s sono sul piede di guerra e i prossimi giorni di Festa della Repubblica non saranno semplici da gestire le manifestazioni e le proteste fortissime che i “quasi” governanti potrebbero mettere in atto. Scende (di nuovo) in campo Matteo Renzi che in una intervista a Radio Capital questa mattina (non si presentava da Massimo Giannini ormai dalla scorsa campagna elettorale delle Politiche, ndr) difende Mattarella e attacca Salvini-Di Maio.
«Salvini e Di Maio da 85 giorni tengono in ostaggio l’Italia e non hanno combinato niente, non perché Mattarella ha detto no su un ministro, ma solo perché la marea di promesse fatte era troppo alta per poter essere rispettata. Hanno avuto paura e si sono inventati l’alibi di Savona. Non credo che vinceranno le prossime elezioni. Perchè gli italiani non saranno carne da esperimento per i loro giochini. Quella profezia non si avvererà». Ha detto che giocherà da “mediano” e non in prima linea (con Gentiloni “bomber”?) ma si dice pronto a costruire un fronte interno ed esterno al Pd «contro gli sfascisti istituzionali. Ora è il momento di mettersi in gioco». Calenda l’ha chiamato “Fronte Repubblicano”, e l’idea è più o meno quella: fiducia a Cottarelli? «Decideranno la direzione del Pd e i gruppi parlamentari», conclude il Matteo dem alla Radio. (agg. di Niccolò Magnani)
OGGI IN GIORNATA LISTA MINISTRI DEL GOVERNO COTTARELLI
Giorno importante quello da poco iniziato per quanto riguarda il governo Cottarelli. Oggi dovrebbero infatti essere presentati ufficialmente i ministri che andranno appunto a comporre la nuova squadra fino alle prossime elezioni. Nelle prossime ore il Premier andrà a fare visita al Presidente Mattarella, e l’idea è quella di dare vita ad un governo snello, costituto da ex ministri o comunque persone rappresentanti le istituzioni, tutte figure di spicco. Cominciamo dal dire che lo stesso Cottarelli, oltre a divenire il nuovo Premier, dovrebbe assumere anche l’incarico di nuovo ministro dell’economia vista la sua esperienza soprattutto in materia di conti pubblici e di spending review. L’obiettivo del nuovo governo è quello di approvare la legge di bilancio nei pochi mesi in cui rimarrà in carica, e di conseguenza, la decisione di Cottarelli come titolare del Mef appare proprio in linea con questo traguardo.
CANTONE, GIOVANNINI, TRONCA, MILANESI E BELLONI
Grande importanza avrà anche Raffaele Cantone, attuale presidente dell’Autorità anticorruzione (Anac), che dovrebbe divenire ministro dei trasporti e delle infrastrutture. E’ molto apprezzato da schieramenti opposti, a cominciare da centrosinistra e M5S, nonché dal popolo italiano. Per il Lavoro ci dovrebbe essere Enrico Giovannini, già ex titolare dello stesso ministero, ed ex presidente dell’Istat. L’avvocato Paola Severino, già ministro della giustizia durante il governo Monti, dovrebbe tornare ad occupare quel ruolo ricoperto fra il 2011 e il 2013. Per il Viminale ci dovrebbe invece essere Paolo Tronca, consigliere di stato ed ex commissario straordinario di Roma dopo la giunta Marino. Dal novembre 2016, ricopre l’incarico di direttore della Struttura di Missione del Ministero dell’Interno, con l’obiettivo di contrastare l’infiltrazione mafiosa in Lazio, Marche e Umbria dopo il terremoto dello stesso anno. Per gli Affari europei è in lizza Enzo Moavero Milanesi, personaggio molto europeista, infine, per gli Esteri dovrebbe esserci Elisabetta Belloni, direttore generale della Farnesina, e già più volte nominata nelle scorse settimane fra i papabili per il ruolo di Premier del governo giallo-verde.