In un’intervista rilasciata oggi al quotidiano La Stampa, Maurizio Lupi lancia un grido d’allarme preciso: Casini vuole la morte del bipolarismo. Secondo il vicepresidente della Camera, si starebbe assistendo a un’autentica “Opa” lanciata dal leader dell’Udc sugli elettori incerti del Pdl al fine di conquistarli e portarli dalla propria parte. Lupi cita anche sondaggi che vedrebbero una percentuale tra il 45 e il 52% di elettori incerti e dentro a questa stessa percentuale una forbice che va dal 41% al 46% di elettori pronti a votare un nuovo partito. Secondo Peppino Caldarola, contattato da IlSussdiario.net, Lupi ha colto perfettamente un dato della realtà: “Personalmente” dice “non credo che quanto sta cercando di fare Casini riuscirà e non me lo auguro nemmeno. L’evoluzione politica infatti lascia immaginare la permanenza della dialettica tra i due poli”.
Caldarola, il rischio che denuncia Lupi esiste anche per il Partito democratico?
Lupi ha colto sicuramente un dato della realtà dicendo che l’obiettivo del Terzo polo è quello di scardinare il bipolarismo, cioè i due poli esistenti, quello di centrodestra e quello di centrosinistra.
E secondo lei può riuscirci?
Ho molti dubbi che un’operazione di questo tipo possa riuscire, una manovra politica cioè che ha come fine quello di favorire la nascita di una formazione che superi entrambi i poli.
Come mai ne è convinto?
Perché ritengo che l’evoluzione politica lasci immaginare piuttosto la permanenza della dialettica tra i due poli. E onestamente non mi auguro nemmeno che questa operazione portata avanti da Casini possa riuscire.
Il bipolarismo dunque non è destinato a tramontare?
Il problema negativo del bipolarismo è stata la sua interpretazione muscolare, l’idea cioè poco occidentale che la vittoria di uno schieramento significasse la soppressione dell’altro. L’idea che potevano alternarsi formazioni diverse alla guida del governo, ma che ciascuna delle due combattesse l’illibertà presunta dell’altra. Questa idea è sicuramente da correggere, ma non lo schema che il cittadino elettore possa scegliere fra le idee del centro destra e quelle del centro sinistra.
Cosa prevede allora?
C’è un particolare importante da capire, a proposito del prossimo futuro e degli sviluppi della scena politica. Personalmente non credo che dopo il governo Monti possa tornare la situazione precedente e questo riguarda anche Casini.
Cioè? Ci spieghi meglio.
E’ facile immaginare che dall’interno del governo Monti possano emergere personalità, penso in particolare al ministro Passera, in grado di diventare dei protagonisti politici. Quindi è facile immaginare che noi avremo comunque un sistema bipolare, ma non è detto che i protagonisti siano gli stessi che abbiamo conosciuto in questo ultimo ventennio.
Secondo lei in questo quadro di conservazione del bipolarismo quanto conta una nuova legge elettorale?
Dirò una cosa che potrà sembrare assurda a molti: il bipolarismo non dipende dalla legge elettorale. Dipende dagli orientamenti dell’opinione pubblica, ricordiamoci che il bipolarismo di fatto esisteva già ai tempi della Prima Repubblica, si sceglieva di stare con la sinistra cioè il Partito comunista o con la Democrazia Cristiana.
Qual è la sua idea comunque sulla nuova legge elettorale?
La legge elettorale più utile è quella che segue il tema della responsabilità dell’elettore nella scelta del suo rappresentante. La correzione inderogabile è dunque quella dell’attuale designazione dei partiti.
Una legge elettorale fondata su collegi più piccoli quindi potrebbe essere in grado di raccordare il parlamentare alla sua base elettorale ed essere migliore. Personalmente preferisco il sistema elettorale tedesco.
In conclusione?
Vorrei che che ci abituassimo a considerare la legge elettorale come non decisiva ai fini del bipolarismo perché persino in un sistema completamente proporzionale lo schema di gioco che ormai si è introdotto nella vita politica italiana prevede che gli elettori stiano o da una parte o dall’altra.