Appurato che la presunta nuova legge che impone una tassa di 200 euro sui condizionatori casalinghi è una bufala, si può risalire a quale notizia abbia scatenato il putiferio di oggi sui social. Si tratta di una news del 2013 che per qualche motivo è venuta alla ribalta solo oggi. In quel periodo la Commissione Europea impose a tutti gli stati membri, quindi anche l’Italia, nuove norme sui condizionatori con potenza oltre i 12 kilowatt, quindi molto più grandi rispetto a quelli da casa che di solito arrivano a 2 kilowatt. Nella legge si obbligava i produttori a controllare ogni quattro anni gli impianti per verificare su evenutali fuoriuscie di gas. Gli installatori di condizionatori sono già a conoscenza quindi di questa legge varata sotto il governo Monti e la notizia che riguardi i comuni cittadini è da considerarsi quindi priva di ogni fondamento.
Il leader della Lega Nord Matteo Salvini si era opposto con durezza alla presunta legge che avrebbe portato una nuova tassa sui condizionatori. Anche se poi la notizia è stata smentita, la vera legge da cui è nata la bufala risale al 2013 e fra i votanti ci fu pure la Lega Nord. Salvini e compagni votarono all’unanimità a favore della legge durante il governo Monti che però legiferava solo per i condizionatori di grandi dimensioni, quindi non quelli posseduti dai comuni cittadini. Lo ha scoperto il sito Giornalettismo che ha anche ritrovato i dati della votazione. Clicca qui per vedere la foto con i dati di voto della legge.
Dopo i primi timori e polemiche, la “tassa sui condizionatori” adesso spaventa di meno. Sembra infatti ormai chiaro che l’imposta non interesserà le famiglie italiane, ma sarà applicata solo su impianti con potenza uguale o superiore a 12 kW, quindi molto elevata e difficilmente utilizzata in un’abitazione. “Capisco che il caldo di questi giorni abbia dato alla testa, ma una tassa sui condizionatori sarebbe stata una beffa in un Paese, come il nostro, che le tasse le deve far calare”, ha commentato Giacomo Portas (Pd), presidente della Commissione di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria. “Chi ha messo in giro questa bufala evidentemente ha paura dell’azione della maggioranza, che ha tutta l’intenzione di far calare le tasse. Un obbligo morale – ha aggiunto – Dunque iniziamo dalle tasse sulla casa per poi passare alle imposte su imprese e famiglie”.
Anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha commentato la notizia sulla presunta “tassa sui condizionatori” lanciata nelle scorse ore da Federconsumatori e Adusbef che hanno stimato un aggravio di circa 200 euro a famiglia. “Renzi obbedisce a Bruxelles”, scrive su Facebook il leader del Carroccio. “Ci vorranno libretto e bollino per gli impianti ad aria condizionata, secondo Federconsumatori saranno 200 euro in più a famiglia. Prima tassano il pellet da riscaldamento, ora l’aria fresca. Ovviamente la Lega si opporrà in ogni maniera ma… questi al governo secondo voi sono normali???”, chiede Salvini. Dopo i primi allarmismi, è stato chiarito che la norma vale solo per impianti di potenza maggiore o uguale a 12 kw, quindi molto elevata. Lo precisa anche una nota del Ministero dello sviluppo economico dove sono riportati tutti i dettagli.
Un tassa sui condizionatori che costerà quasi 200 euro a famiglia. E’ questo l’allarme lanciato oggi da alcune associazioni dei consumatori che però è già parzialmente rientrato. La tassa effettivamente esiste, ma è stata introdotta il 16 aprile 2013 dal governo Monti che trasformava così in legge una direttiva arrivata da Bruxelles. La legge impone un nuovo libretto d’impianto per caldaie e condizionatori, sia nuovi che già esistenti, ma riguarda solo quelli con potenza superiore ai 12 kw. Si tratta quindi di una potenza molto elevata che difficilmente riguarda i condizionatori di casa (solitamente tra i 3 e i 6 Kw), ma più che altro quelli industriali. Per le famiglie non sono previsti dunque particolari cambiamenti.
Quella sui condizionatori “non è assolutamente una tassa, ma solo il recepimento di una direttiva Ue”. Lo afferma Davide Bonori, referente della Cna impianti di Bologna, le cui parole sono riportate dal sito Quotidiano.net. “Le cifre che vengono riportate mi sembrano spropositate. Trecento euro di spesa? Assolutamente eccessivo”, spiega ancora Bonori, precisando che i controlli “sono obbligatori per gli impianti sopra i 12 kW, parliamo di installazioni di una certa dimensione. Non i condizionatori di una casa normale, per intenderci”. La Cna impianti di Bologna si dice quindi pronta a incontrare le associazioni dei consumatori: “Incontriamoci e parliamone per dare alla gente una corretta informazione”.
“Sono arrivati a tassare anche l’aria… solo quella condizionata però”. E’ l’allarme lanciato da Federconsumatori che ha stimato insieme ad Adusbef un aggravio non indifferente per i cittadini: “per il rilascio del libretto e del primo bollino per i condizionatori si stima una spesa di 180 – 220 euro, che salgono a circa 300 se i condizionatori in casa sono più di uno”. L’esigenza di introdurre tale tassa, si legge ancora, “deriva dalla necessità per l’Italia di adeguare la propria legislazione a una direttiva europea. Una direttiva che ha il nobile scopo di tutelare l’ecosistema limitando l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera”. Nulla in contrario, commenta l’associazione, ma “non si capisce perché tutto questo debba ricadere sui cittadini, già vessati da una situazione di grave difficoltà economica”. Ai costi già citati si aggiungono poi le ricadute indirette: “Non dimentichiamo, infatti, che i condizionatori si trovano anche e soprattutto negli esercizi commerciali, nei ristoranti, negli studi di professionisti… la maggiore spesa a carico di questi ultimi sicuramente troverà modo di ripercuotersi sulle tasche dei cittadini”.
Un aggravio di circa 200 euro a famiglia: è la stangata che arriva dal fisco con la tassa sui condizionatori. “Sono arrivati a tassare anche l’aria”, scrivono in una nota Federcosumatori e Adusbef. La direttiva europea sulle emissioni di anidride carbonica obbliga i proprietaria possedere un libretto di impianto e poi a fare i controlli dei condizionatori ogni quattro anni. E per chi non è in regola sono previste multe dai 500 ai 3mila euro. Le due associazioni hanno stimato una spesa che va dai 180 – 220 euro sino ad arrivare a 300 se si possiede più di un condizionatore in casa appunto per il rilascio del libretto. E inoltre si dicono «pronte, in sede europea ed anche in ambito nazionale, a mettere in campo tutti gli strumenti per la cancellazione di tale obolo». Le associazioni fanno il punto anche sulle ricadute indirette che il prelievo sui condizionatori potrà avere negli esercizi commerciali, nei ristoranti, negli studi professionali sulle tasche dei cittadini. (Serena Marotta)