Ritengono che sia una “medaglia al valore” i deputati del la sospensione dai lavori della Camera dopo la bagarre in Aula lo scorso 2 marzo. E spiegano così le loro ragioni in una nota pubblicata dall’agenzia di stampa Adnkronos e riportata da Arezzoweb.it: “I cinque giorni di sospensione per i 42 deputati che hanno manifestato per difendere i cittadini contro il tentativo di sopruso del governo sono una medaglia al valore. L’azione compiuta davanti alla commissione Finanze il 2 marzo scorso è stata fondamentale per sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tentativo di Renzi di permettere alle solite banche di mettere in vendita le case dei cittadini in caso di inadempimento per morosità di sette rate del mutuo, costringendolo a portare le rate a 18. Il rispetto puramente formale delle regole non ci interessa se serve soltanto a tutelare un sistema di potere ipocrita che opprime i cittadini”. E i deputati del Movimento 5 Stelle sottolineano che “se all’interno della Camera è fatto divieto di fare foto e video, la presidente Boldrini come giustifica il fatto che le prove portate dai questori contro i 42 sospesi sono state proprio video, foto e tweet realizzati dai deputati M5S? Delle due l’una: o quelle prove non sono valide, oppure il ‘sacro’ rispetto delle regole non vale per tutti”.
Sono stati sanzionati 42 deputati del per una bagarre alla Camera. I fatti risalgono allo scorso 2 marzo: alcuni esponenti del Movimento 5 stelle avevano manifestato davanti alla commissione Finanze che esaminava lo schema di decreto legislativo sulle rate dei mutui per la casa. E per questo è arrivata la sanzione dell’ufficio di presidenza della Camera, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Ansa. Per tutti i deputati è stata decisa l’interdizione dai lavori parlamentari per 5 giorni. I deputati del M5S avevano esposto cartelli con su scritto “Ritirate il decreto” e “La casa non si tocca” davanti alla Commissione, impedendo l’ingresso agli altri deputati. La sanzione è stata questa: da oggi resteranno a casa per 5 giorni 14 deputati; altri 14 dal 7 aprile e successivamente gli ultimi 14 sanzionati.
Sembra essere in difficoltà il a Rimini. Alle prossime elezioni comunali, che si terranno con tutta probabilità a giugno anche se non è ancora stata ufficializzata la data, il Movimento 5 Stelle non si presenterà infatti agli elettori. E’ un caso particolare quello di Rimini visto che nella città il M5S è il secondo partito e alle elezioni europee del maggio 2014 aveva sfiorato il 24%. Una scelta, quella di non correre per le amministrative, contestata da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, come riferito dall’Espresso che ne riporta alcune dichiarazioni: “malinconico è il commento dell’eurodeputato Marco Affronte, con Giulia Sarti voce critica del Movimento nella zona. ‘Giochiamo a armi pari’, ha scritto su Facebook, appena appreso che il blog di Grillo non aveva concesso la certificazione alla lista: ‘Fatelo o il Movimento morirà di microcefalia. Un corpo da adulto con su una testa da bambino’ “.
Il Movimento 5 Stelle vive un momento storico molto particolare con la “doppiezza” tra leadership e candidati nelle singole città chiamate alle urne tra pochi mesi per le Amministrative. Con Beppe Grillo per ora sempre in ombra e apparentemente fuori dai giochi (è impegnato con il suo tuor nei teatri di mezza Italia) e con il Direttorio retto da Di Battista, Fico e Luigi Di Maio che stenta a decollare come vera leadership “collante” del partito, i problemi restano molti e con difficile possibilità di soluzione. Al momento infatti, la personalità più di spicco di questi ultimi mesi è Virginia Raggi, la candidata sindaco di Roma M5s, ma dietro di lei sembra esserci davvero il vuoto: i giochi sono messi abbastanza bene infatti a Roma, anche se il recupero di Giachetti si fa pressante, e a Torino ma per il resto le città in cui l’M5s è impegnato nelle campagne elettorali per le Amministrative sembrano vivere una vera e propria emergenza. A Milano il caso più eclatante, con il ritiro in extremis della candidata che vada vinto le comunarie, Patrizia Bedori, che tra incomprensioni e mancanza di sostegno da parte della leadership – eccola che ritorna – hanno fatto accomodare da parte la povera candidata con la nomination ora ufficializzata di Gianluca Corrado. A Napoli, la situazione è oltremodo grave, con il ritardo nella costruzione della lista, manca infatti ancora il candidato a due mesi quasi dalle elezioni: le provincie sono ancora più in difficoltà e il rischio è che le prossime tornate elettorali invece che fungere da effetto salutare per un Movimento con una crisi d’identità nazionale, possano essere un ulteriore boomerang negativo. Scocciature e tensioni tra la base e il Direttorio, ma anche tra i candidati e i consigli sui meet up: i sintomi della malattia ci sono tutti per i grillini, con limiti decisionali e processi parecchio lenti che fanno gridare “aiuto” al malato per ora ancora momentaneo ma in futuro, se non cambia nulla, possibile cronico.