Giorgio Napolitano torna a parlare in vista delle elezioni europee fissate in Italia a domenica 25 maggio. Il capo dello Stato, in visita ufficiale in Svizzera, dove ha incontrato il Consiglio federale elvetico di Berna, ha dichiarato: “L’asprezza dello scontro elettorale non ci farà deviare dall’attenzione allo sviluppo dei rapporti e della collaborazione con Paesi amici e non ci priverà dell’energia per proseguire nel progetto di unità europea nel senso più ampio e comprensivo’’. L’Europa, continua il presidente della della Repubblica, “è ancora attraversata da pulsioni e populismi che mettono in discussione struttura ed obiettivi della costruzione comune”. Lo stesso vale per L’Italia, che sta vivendo “una fase complessa e cruciale di rinnovato impegno per il rilancio dell’economia e dell’occupazione” ed è inoltre “impegnata in un processo di riforme strutturali, anche di carattere costituzionale, da tempo mature. Il Paese si confronta al suo interno per gettare le basi di un futuro degno della nostra storia e delle nostre potenzialità”.
Beppe Grillo è “un pregiudicato, un assassino”. Lo ha detto Silvio Berlusconi durante “L’aria che tira” su La7, ricordando la condanna a quattordici mesi per omicidio colposo inflitta al leader del Movimento 5 Stelle il 14 marzo del 1985. “Grillo è un esperto sul non entrare in prigione – ha aggiunto l’ex premier – perché con colpa ha ucciso tre suoi amici perchè è entrato in una strada dove era vietato l’accesso. È stato condannato per omicidio plurimo a 14 mesi di carcere”. Grillo doveva quindi “andare in prigione e l’ha scampata”, insiste Berlusconi, “di queste cose non dovrebbe parlare. Vedere questo signore che fa il moralista mi disturba. E poi non faceva spettacoli se non aveva la certezza di farsi pagare in nero, era famoso per questo”. Non si è fatta attendere la replica di Grillo, secondo cui Berlusconi è un “pover’uomo che non crede nemmeno più in quello che dice. Sta zampettando da una televisione all’altra per salvare le sue aziende, non gli elettori”.
Non si placano le polemiche scatenate dal servizio del Tg5 sulle elezioni europee in cui viene suggerito di votare Forza Italia. Come inizialmente fatto notare dal blog “Non Leggerlo”, durante l’edizione delle 20 di venerdì 16 maggio è stato lanciato un servizio dedicato all’appello al voto da parte di Silvio Berlusconi, al termine del quale è comparso un fac-simile di una scheda elettorale con impresso il simbolo di Forza Italia barrato e la scritta: “Vota così: metti una X sul simbolo Forza Italia”. La musica scelta come sottofondo? L’inno del partito di Berlusconi.
“Il 25 maggio bisogna votare per Renzi e per Schulz”. Può sembrare un nuovo slogan del Pd in vista delle elezioni europee, ma in realtà si tratta del titolo del recente editoriale domenicale di Eugenio Scalfari apparso su La Repubblica. Il fondatore del quotidiano romano esordisce ricordando di essere stato più volte critico nei confronti del premier, ma ribadisce che oggi “gli elettori che rappresentano la parte responsabile del Paese e che mi auguro siano una cospicua maggioranza del corpo elettorale” devono “votare per il Pd e quindi per Matteo Renzi che ne è il leader”. Ecco dunque le motivazioni: a livello europeo, scrive Scalfari, la nomina del presidente della Commissione europea “spetta al Parlamento e non più al Consiglio dei primi ministri dell’Unione. Si tratta di un passo avanti estremamente importante nella faticosa (e troppo lenta) costruzione dell’Europa federale”. E se “i popolari prevalessero sia pur di poco sui socialdemocratici, il presidente non sarebbe il socialdemocratico Schulz ma un democristiano. È pur vero che a Berlino c’è ora un governo di grandi intese tra democristiani e socialdemocratici, ma il Cancelliere con i poteri del cancellierato è Angela Merkel”. Di tutti i partiti italiani in lizza, aggiunge Scalfari, “il solo che ha assicurato di votare Schulz è il Pd di Renzi. Non ci fossero altri motivi (e ci sono e li vedremo tra poco) gli italiani responsabili che vogliono veder progredire l’Unione Europea verso uno Stato federale non hanno altra scelta che votare per il Pd”. A livello di politica interna, invece, “se il Pd riuscisse a ottenere a ottenere almeno 5 punti sopra il movimento grillino, l’affermazione di quest’ultimo sarà stata certamente notevole, ma quella del Pd altrettanto”. In questo modo quindi “Renzi avrà interesse a governare fino alla scadenza naturale della legislatura”, alla guida di un partito che può rappresentare il “perno centrale tra una destra moderata ed europeista e la sinistra di Vendola, ma anche, con i dovuti distinguo, dei Zagrebelsky e dei Rodotà”.
Si è concluso l’incontro tra Matteo Renzi e il premier polacco Donald Tusk. Nella successiva conferenza stampa, il presidente del Consiglio ha chiarito di non essere affatto preoccupato ma anzi “molto ottimista” per il risultato delle elezioni europee del 25 maggio, dicendo anche di avvertire un “clima crescente di speranza e fiducia” da parte di chi chiede “risposte concrete”. “L’Europa – ha aggiunto Renzi – dopo il 26 maggio andrà cambiata perché negli ultimi anni si è dimostrata lontana dai cittadini. Ma riesce a cambiare chi governa, non chi urla; chi propone, non chi insulta”. “L’Italia vuole fare bella figura in Europa, essere rispettata, così come l’Italia rispetta l’Europa”, ha spiegato ancora Renzi, che poi ha concluso: “E’ molto bello sentirsi dire dai cittadini ‘non mollare’. Ma il problema non è non mollare, perché non molliamo: il problema è creare un’alleanza di tutti quelli che credono che l’Europa sia il futuro e non il passato”.
Quando manca meno di una settimana alle elezioni europee del 25 maggio, una delle ultime sfide della campagna elettorale si gioca in televisione. Dopo le dirette streaming, i tweet e gli appelli su Facebook, alla fine è il piccolo schermo a confermarsi ancora una volta decisivo. Questa sera, infatti, i leader dei tre maggiori schieramenti politici saranno impegnati in altrettante trasmissioni televisive: Matteo Renzi e Silvio Berlusconi andranno in onda in contemporanea, il primo ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita su La7 (probabilmente registrato visto che alle 21 sarà a Napoli per un comizio), mentre il secondo intervistato da Paolo Del Debbio a Quinta Colonna su Rete 4. Parlerà invece indisturbato Beppe Grillo, che alle ore 23.20 sarà in diretta su Rai Uno a Porta a Porta da Bruno Vespa.
A pochi giorni dalle elezioni europee, è un tutti contro tutti. Ad aprire le danze è stato il premier Matteo Renzi: “Il 25 maggio si vota tra due schieramenti: da un lato i gufi e dall’altra ci siamo noi, che siamo imperfetti, ma siamo dei ragazzi che hanno cercato di fare qualcosa in 80 giorni. Io potrei dirle da segretario del Pd che i 5 Stelle stanno facendo meno piazza e meno gente – ha detto il segretario Pd a Massimo Giletti durante L’Arena – e prenderanno meno voti. Votate chi vi pare ma non mandate in Europa i buffoni”. Poi ha aggiunto: “Io ho anche grande rispetto per chi ha votato M5S, ma chiedo: siete davvero soddisfatti? Siete soddisfatti di chi ha votato contro l’abolizione delle Province? Ho qualche dubbio su Grillo che usa un linguaggio strano: Hitler, peste rossa. Sono termini che si utilizzavano in quegli anni là”. Nelle ultime ore ha preso la parola anche Berlusconi, secondo cui “abbiamo la sinistra al governo perché Renzi ha una faccia giovane e simpatica ma dietro di lui c’é sempre la sinistra che non ha mai rinnegato la sua ideologia”. Quindi Renzi “é un governo di sinistra che purtroppo fa cose di sinistra, aumenta le tasse sulla casa e sui risparmi degli italiani. Oggi di pericoli ce ne sono due: la sinistra e Grillo che a me fa molta paura”. Proprio il leader M5S, ha aggiunto l’ex premier, “é un aspirante dittatore. Gli autoritarismi nella storia si sono formati quando uno Stato é in crisi, aumenta la povertà e la disoccupazione, e chi oggi si trova in queste condizioni possa pensare ad un voto di protesta”.