“Non soffiate sul fuoco della frustrazione e della rabbia sociale”: è stato questo uno dei passaggi più rilevanti dell’appello lanciato oggi in conferenza da monsignor Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, a proposito dello stallo che sta vivendo la politica italiana e della delegittimazione che stanno vivendo le istituzioni, Presidenza della Repubblica in primis. Il numero uno dei vescovi italiani, come già era capitato in passato, è sceso in campo per difendere non solo il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, da una parte ma anche la sovranità e l’importanza del voto popolare dall’altra, richiamando però al senso di responsabilità i vari leader politici in quelle che possono essere definite tra le ore più convulse degli ultimi anni. Insomma, il lungo appello di Bassetti apparso sulla prima pagina del quotidiano Avvenire è al dialogo e alla concordia, ricordando che tocca in primis alle personalità pubbliche di usare un linguaggio sobrio e consapevole: il riferimento diretto è proprio “all’uso esecrabile e irresponsabile dei social network” contro il Presidente della Repubblica, a suo dire fomentato da chi, per partigianeria, sobilla gli animi di coloro che sono stremati da un disagio diffuso in ampi strati della società. (agg. di R. G. Flore)
APPELLO DELLA CEI ALLA POLITICA ITALIANA
Questa mattina su Avvenire è stato pubblicato il lungo appello del Presidente della Cei Gualtiero Bassetti sulla tormentata e difficile situazione politica attuale: un appello ad ogni cittadino, cristiano e non, per un richiamo di buona volontà per il “bene supremo del Paese’ in questo momento assai delicato. «Di fronte alla crisi sociale e politica in cui è precipitata la «nostra diletta Italia» ogni persona di buona volontà ha il dovere di rinnovare il proprio impegno, ciascuno nel suo ruolo, per il bene supremo del Paese. Mai come oggi c’è un urgente bisogno di uomini e donne che sappiano usare un linguaggio di verità, parlando con franchezza, senza nascondere le difficoltà, senza fare promesse irrealizzabili ma indicando una strada e una meta», scrive il n.1 della Conferenza Episcopale Italiana. Un tempo di “responsabilità” e non di “scontro istituzionale, politico e sociale” come chiarisce Bassetti che invita subito dopo a rispettare tanto la volontà popolare nel voto quanto il Capo dello Stato e i vertici istituzionali di questo Paese. La Cei fa sua l’appello storico di don Luigi Sturzo (fondatore del Partito Popolare Italiano), «tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria».
RISPETTARE LA VOLONTÀ POPOLARE
Secondo Bassetti è eticamente doveroso poter lavorare per il bene comune dell’Italia «enza partigianeria, con carità e responsabilità, senza soffiare sul fuoco della frustrazione e della rabbia sociale»: il capo dei vescovi italiani commenta da vicino la rabbia che in queste ore si è vista a livello mediatico, politico, sociale e istituzionale, con il Governo che non nasce da quasi 90 giorni e con attacchi numerosi e continui tanto alla “scelta elettorale degli italiani” quando al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Mai come in questi giorni c’è assoluto bisogno di rispettare la volontà popolare, che si è espressa liberamente il 4 marzo, e tutte le Istituzioni civili che rappresentano l’architrave insostituibile della nostra democrazia e della nostra libertà: dalla più elevata, il Capo dello Stato, alla più rappresentativa, il Parlamento»: Bassetti cita il Papa nell’invito a tutti di costruire concordia per abbattere i muri di inimicizia presente. «Esorto, quindi, tutti i credenti a pregare, e tutti gli italiani a lavorare, insieme, per la custodia e la salvezza del nostro grande e bellissimo Paese», concluse il Cardinal Bassetti, prima di far sue le parole di San Giovanni Paolo II in quella famosa preghiera scritta per l’Italia dal grande Pontefice polacco. «O Dio, nostro Padre, ti lodiamo e ringraziamo. Tu che ami ogni uomo e guidi tutti i popoli, accompagna i passi della nostra nazione, spesso difficili ma colmi di speranza. (…) La tua legge d’amore conduca la nostra comunità civile a giustizia e solidarietà, a riconciliazione e pace».
QUI L’APPELLO INTEGRALE DEL PRESIDENTE CEI