Le Borse europee chiudono in positivo, ma non si può dire che ci sia un clima da “allegria sfrenata”. È una giornata di routine, con un trend rialzista che fa guadagnare a piazza Affari l’1,91%, al Dax tedesco quasi il 2,88% e al Cac 40 francese l’1,50%. Certo, abbiamo consolidato la soglia, in verità modesta, dei 14.000 punti, ma dopo le catastrofi e le cadute delle scorse settimane bisogna fare ben altro per ritornare a livelli di autentica sicurezza. Al momento vale la pena di accontentarsi a vivere giorno dopo giorno, in attesa di un chiarimento sui problemi cruciali dell’economia e della finanza mondiale.
I rumors sono come al solito molteplici e persistenti sul “caso greco”, che resta in perenne stand-by, nonostante le continue, annunciate e rinviate, conference-call internazionali con Atene. Intanto a Berlino è probabile che stiano facendo conti accurati su che cosa significa sostenere la Grecia: farla uscire dall’euro, metterla in una eventuale serie B dell’eurozona, oppure accettare un default che potrebbe avere effetti inaspettati e anche dirompenti.
Poi c’è il “caso italiano”. Il mercato sembra aver metabolizzato al momento il declassamento di Standard&Poor’s sui titoli di Stato italiano. Nel pomeriggio l’agenzia Reuters ha specificato meglio le ragioni di questo declassamento. Il primo è di carattere strettamente economico, la scarsità della crescita, che comunque vale in questo momento per molti Paesi occidentali; il secondo è dovuto alle complicazioni politiche italiane, con un Governo incerto e un Parlamento diviso, cioè un’opposizione che si barrica su un “partito del no”.
È possibile che per i traders il giudizio di Standard&Poor’s fosse dato per scontato e non è escluso che lo stesso mercato di già per scontato anche un secondo declassamento che sarebbe in arrivo (si dice entro trenta giorni) dall’altra agenzia di rating, Moody’s. In più, oggi c’è stata una presa di posizione ancora dura del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in cui si dice, sostanzialmente, che in questo modo non si può andare avanti e che se il governo continua su questa linea è meglio che tolga il disturbo.
Sono tutti giudizi, dichiarazioni che oggi non sembrano aver inciso sulla tenuta dei mercati, ma che in tempi brevi possono riportare sotto pressione le Borse, sia quella italiana che quelle europee, aggiungendo a un “caso greco”, ormai endemico, un “caso problematico” come quello dell’Italia.
È in attesa invece il mercato americano. Nuovi dati macroeconomici, sfornati in quantità industriale ogni settimana, confermano una stagnazione. Wall Street al momento sta guadagnando lo 0,7%, ma, a mercati chiusi, dovrebbe arrivare una nuova dichiarazione di Ben Bernanke. C’è chi scommette su una nuova iniezione di liquidità.