Le proposte shock di Berlusconi smuovono ancora gli italiani? E soprattutto, gli italiani credono a queste promesse e quanto ci credono? Non sembrerebbe aver fatto grande colpo la proposta shock del Cavaliere di restituire agli italiani tutti i soldi spesi per pagare l’Imu, così come l’annuncio di voler abolire l’Irap in cinque anni, almeno a sentire le opinioni riportate dai vari media. Nel 2006 l’annuncio di voler abolire l’Ici, dato nei secondi conclusivi dell’incontro televisivo con il suo rivale Romano Prodi, aveva fatto scalpore e aveva decisamente portato voti al centrodestra. Ma questa volta? Secondo il sondaggista Alessandro Amadori contattato da ilsussidiario.net gli italiani non sono molto convinti delle nuove promesse fatte da Berlusconi. Per calcolare l’effetto della proposta shock, amadori spiega che “la mia stima parte dall’effetto della proposta Ici alle elezioni del 2006 che all’epoca mosse un milione di voti. Ma bisogna dire che all’epoca il coefficiente di attendibilità di Berlusconi era uno, per cui uno per un milione fa un milione di voti”. Il coefficiente di attendibilità, ci ha spiegato Amadori, è un calcolo di cui lui detiene il copyright, ottenuto da una elaborazione degli indicatori di fiducia.
“Di quanto si è ridotto il coefficiente di fiducia di Berlusconi oggi? Bisogna introdurre un coefficiente riduttivo, sarà perciò lo 0,2, lo 0,3 o lo 0,4? Io sarei per lo 0,2 o 0,3. Per cui moltiplicando si ottengono circa 200 o 300mila voti. Questa è la stima che ho fatto dell’effetto annuncio di Berlusconi, non di più. Direi dunque uno 0,7 % di punto percentuale”. Sembra evidente da questi dati che gli italiani non credano poi molto alle promesse del Cavaliere. Risultato deludente dunque? “Le promesse di Berlusconi non sono più applicazioni di marketing vincente come lo erano nel 2006, ma rimane il fatto che Berlusconi con queste mosse, ad esempio l’acquisto di Balotelli e adesso la proposta shock, rosicchia delle piccole quote di elettori e così, di fatto, si sta avvicinando al centro sinistra. Il concetto è quello di agguatare uno onorevole sconfitta”.
E se applicassimo questo coefficiente anche agli altri candidati leader alle elezioni che risultato si otterrebbe? “Personalmente l’ho pensato per il caso specifico del personaggio Berlusconi, ma ovviamente si può anche applicare a tutti. Teniamo conto che il caso Berlusconi non è così anomalo: tutti gli altri leader candidati viaggiano con un coefficiente inferiore a 1. Bersani e Monti ad esempio sarebbero allo 0,5, Grillo invece allo 0,3”.