In una simulazione di voto pubblicata da Repubblica nei giorni scorsi per i collegi uninominali, il centrodestra nel nord Italia “prende tutto” lasciando ogni altra coalizione o forza politica a mani vuote. Nel centro Italia al centrosinistra resterebbero i collegi classici di sempre ma attenzione, Ferrari Nasi ci dice che potrebbero esserci sorprese: “C’è un collegio tradizionalmente di sinistra dal dopoguerra a oggi in cui risulta che il centrodestra sia in vantaggio, questa potrebbe essere la conferma di una vittoria nazionale della coalizione di Berlusconi e Salvini”. E ci parla poi dell’anomalia sud Italia dove la Lega starebbe raccogliendo tra il 5 e il 6% dei voti, quando in passato non arrivava neanche lontanamente all’1%.
Il quadro che si sta delineando a livello di sondaggi vede un centrodestra in grande vantaggio, ce lo conferma anche lei?
C’è effettivamente un entusiasmo popolare per il ritorno di Berlusconi e di quel centrodestra che sembrava irrimediabilmente destinato a sparire che lascia un po’ interdetti. Sembra che si sia dimenticato tutto di quel periodo storico, una cosa che sarebbe interessante discutere dal punto di vista antropologico più che politico.
Dunque i sondaggi non stanno sbagliando?
Personalmente le posso parlare di un collegio uninominale che dal dopoguerra ad oggi, con una sola eccezione, è sempre stato di sinistra nelle sue varie forme, dai comunisti ai socialisti o ai Ds.
Che collegio sarebbe?
Non glielo posso dire, le dico solo che è “in Padania”.
E qui vincerebbe il centrodestra?
Sì, grazie anche alle nuove aggregazioni che si sono formate, il candidato che in teoria per le ragioni di cui sopra partirebbe sconfitto, si trova invece in vantaggio. Ciò confermerebbe la vittoria anche a livello nazionale di Berlusconi e soci.
Qualche giorno fa abbiamo detto che i sondaggisti non avrebbero colto un fatto importante: al sud i tradizionali elettori di centrodestra e centrosinistra questa volta si stanno dirigendo verso i 5 Stelle.
Non so se sia vero, ma come pensiero è certamente valido. Abbiamo rilevato infatti due anomalie nel Meridione.
Quali?
La prima è la Lega, che toccherebbe tra il 5 e il 6% delle preferenze, quando fino alle elezioni precedenti l’improbabile Lega Sud prendeva lo 0,1%. L’altra è questo diffuso interesse per i 5 Stelle.
Come si spiega? Sono tutti voti di rabbia e di protesta?
Per quanto riguarda i 5 Stelle va detto che il loro tema fisso, onestà e trasparenza, non è mai venuto meno nell’interesse della gente. Possono certo aver fatto degli errori, come ad esempio a Roma, ma nessuno può fino a oggi accusarli di mancata integrità, nessuno può accusarli a differenza di quanto accade per i partiti tradizionali. In questo bisogno estremo di cambiamento si inserisce anche la Lega.
I temi maggiormente sentiti dai cittadini, occupazione e immigrazione, ce li conferma?
L’immigrazione in realtà è un non-tema, perché interessa tutti con sfumature varie. C’è la politica dei piccoli passi di Gentiloni, c’è quella di chi vorrebbe risolvere tutto immediatamente, ma ogni elettore a seconda della sua tendenza può trovare questo tema in ogni schieramento politico. Così è per il lavoro.