Dopo il rifiuto manifestato dal presidente della Repubblica alla nomina dell’economista Paolo Savona a ministro dell’Economia, propostagli dal presidente incaricato Giuseppe Conte, che ha pertanto rimesso il mandato di formare il governo, e dopo la decisione del capo dello Stato di affidare all’economista Carlo Cottarelli l’incarico di formare un nuovo esecutivo, Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno rilasciato commenti molto duri sull’operato di Sergio Mattarella, salvo poi tornare a manifestare una disponibilità a riaprire una trattativa formale per dar vita al governo M5s-Lega. Il Partito democratico, invece, ha espresso il suo totale appoggio verso Mattarella, rivendicando il rispetto per le istituzioni. Per approfondire lo stato d’animo dei dem ilsussidiario.net ha intervistato Simona Malpezzi, già membro della VII commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera e della commissione Bicamerale Infanzia e adolescenza nella scorsa legislatura.
Negli ultimi giorni la situazione politica italiana si è complicata e appare sempre più caotica. Cosa pensa della decisione di Mattarella?
Penso che il presidente abbia posto in essere una delle prerogative indicate dalla Costituzione. Non è il primo caso in cui un Capo dello Stato mostra delle perplessità su un ministro. Nello specifico, le preoccupazioni del presidente Mattarella sono più che legittime, considerate le idee e il progetto del professor Savona, totalmente contrastanti con l’attuale posizionamento dell’Italia nell’Unione europea e nel panorama internazionale.
Non teme che a livello elettorale la decisione di Mattarella abbia rappresentato un favore fatto a Salvini e a Di Maio?
Io mi auguro che gli italiani possano finalmente aver capito il livello di non affidabilità sia di Matteo Salvini che di Luigi Di Maio. Il capo dei 5 Stelle ha recentemente dichiarato di aver proposto anche altri nomi per il ministro dell’Economia, ma per sua sfortuna al Colle le dichiarazioni sono registrate: è quindi risultato che Di Maio è un bugiardo. Salvini ha invece fatto il gioco delle tre carte per andare al voto, questo perché anche lui ha fatto delle promesse che sa di non poter mai mantenere. Mi auguro che la nostra serietà paghi.
Ci potrebbe attendere una campagna elettorale in cui ci si dovrà schierare giocoforza con o contro la moneta unica. Il suo partito è pronto?
Non so se si giocherà su questo un’eventuale campagna elettorale. Noi abbiamo una matrice europeista. Per noi il progetto europeo è importante e crediamo che l’Italia debba giocare un ruolo da protagonista nel tentativo di cambiamento dell’Unione europea. Dall’altra parte vedo molta ambiguità.
In che senso?
Penso a Laura Castelli, del (M5s, che pochi giorni fa in televisione non ha avuto neanche il coraggio di rispondere alle domande dei giornalisti sull’euro. Noi siamo seri, trasparenti e chiari. Loro ambigui. Non mi vorrei svegliare un domani sapendo che non c’è più la moneta unica.
Secondo il Pd l’euro è irreversibile? Perché?
I risparmi si dimezzeranno, il potere d’acquisto degli italiani sarà pari a zero, non ci saranno i soldi per garantire le pensioni e tutti i servizi pubblici che lo Stato quotidianamente garantisce. Guardate ai problemi che sta avendo il Regno Unito: si sono già pentiti della scelta fatta circa un anno fa. E’ necessario riformare l’Europa sì, ma l’euro non è il nemico.
In caso di ritorno alle urne, sarà ancora Renzi il candidato premier?
Ho la fortuna di stare in un partito in cui ci sono tante personalità forti che hanno dimostrato in questi anni di poter governare, come ad esempio Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Non abbiamo un problema, sotto questo punto di vista. Lo sceglieremo in direzione. Non è questione di nomi, ma di persone che siano espressione di un progetto adatto al contesto attuale.
Tra Partito democratico e Forza Italia potrebbe nascere un asse con l’obiettivo di contrastare quello Lega-M5s?
Il Pd ha la sua natura che è di centro-sinistra. Abbiamo i nostri valori e nell’Unione europea siamo lontani anni luce dal gruppo parlamentare di Forza Italia. Abbiamo avuto una piccola esperienza di governo dopo il 2013, ma abbiamo un quadro valoriale che rappresenta la nostra proposta politica.
Nel caso si dovesse tornare al tentativo di Cottarelli, la linea del Pd è ancora quella dell’astensione. Per quale motivo?
Il tentativo Cottarelli avrebbe un carattere neutrale. La neutralità la si esprime e la si garantisce con l’astensione. Qualora nascesse il governo Cottarelli, non sarebbe politico, lo potremmo chiamare elettorale. Avrà il compito di accompagnare alle elezioni nel massimo rispetto delle istituzioni.
Scenderete in piazza per sostenere il presidente Mattarella?
Andremo in piazza a sostenere non solo Mattarella, ma le istituzioni. Io mi sono scandalizzata nel leggere e ascoltare che il presidente ha calpestato la Costituzione. Attenzione, la sovranità appartiene al popolo, ma viene esercitata nei dettami della Carta costituzionale, di cui il presidente della Repubblica è garante. Non possiamo leggere la Costituzione ad articoli alterni. La politica deve essere fatta all’interno di un quadro costituzionale. Bisogna avere rispetto delle istituzioni.
(Francesco Davide Zaza)