«Il 2010 sarà l’anno delle riforme. Partiremo con quella della giustizia, poi proseguiremo con la scuola e soprattutto con un programma di riforma fiscale per ridurre le tasse». Silvio Berlusconi indica nuovamente la propria volontà a portare avanti le riforme in un collegamento telefonico con gli europarlamentari riuniti a pranzo a Torino.
Smentita da Paolo Bonaiuti una riduzione immediata delle tasse nel 2010, “la frase non è mai stata pronunciata”, precisa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
«Andremo avanti con determinazione e senza esitazioni, in questo momento difficile dove il terrorismo internazionale è tornato a farsi sentire. Noi dobbiamo essere uniti e fare da esempio. Dobbiamo essere il partito dell’amore che combatte contro chi diffonde odio. Spero che gli altri collaborino a fare le riforme altrimenti andremo comunque avanti da soli».
Sulle probabilità di dialogo tra gli schieramenti incombe però l’ombra della campagna elettorale delle regionali, alle porte. Molti i fronti aperti, se il caso Puglia scuote il Pd e inaugura il nuovo progetto dell’Udc, il Pdl deve pensare alla Sicilia e alla competizione interna con la Lega al Nord.
Dall’opposizione non si sono fatte attendere le reazioni di Di Pietro che ha immediatamente attaccato: «Ecco la prova del nove delle ragioni per cui Berlusconi vuole fare le riforme. Il Presidente del Consiglio sostiene di voler riformare innanzi tutto la giustizia per poi intervenire sulla scuola e sul fisco. In un paese normale e in un momento di profonda crisi economica come quella che sta attraversando l’Italia, le priorità dovrebbero essere invertite».
Sarà senza dubbio il tema caldo della giustizia a dirci da subito se i propositi natalizi di collaborazione e dialogo terranno e se con il nuovo anno si ricomincerà da dove ci si era lasciati, prima che l’aggressione di Piazza Duomo obbligasse tutti a fermarsi e a riflettere.