Massimo Artini e Paola Pinna saranno espulsi dal Movimento cinque stelle. Così ha deciso la votazione referendaria tenutasi oggi sul blog di Beppe Grillo. I due parlamentari sono stati accusati di non aver devoluto parte del loro stipendio da onorevoli violando il codice di comportamento del movimento. La motivazione appare come una scusa plateale in quanto i due nei giorni immediatamente successivi alla sconfitta elettorale dei cinque stelle alle elezioni regionali avevano fortemente criticato la leadership del movimento stesso. Inoltre in queste ore avevano mostrato sulla Rete la prova che avevano invece devoluto parte dei loro stipendi. Si sono concluse da pochi minuti le votazioni e il risultato è questo: su 27.818 votanti certificati, ha votato sì alla loro espulsione il 69,8%, pari a 19,436 voti e ha votato no il 30,2%, 8383 votanti.
Nuove epurazioni in corso all’interno del Movimento cinque stelle. Dopo la pesante sconfitta elettorale in Emilia Romagna e Calabria, come si sa erano cominciate le polemiche interne, con diversi deputati grillini che chiedevano cambiamenti e chiarimenti in merito, alcuni dei quali apparsi in televisione e subito criticati perché, si è letto sul blog di Grillo, non erano autorizzati dal movimento. Adesso Beppe Grillo ha chiesto la cacciata di due deputati cinque stelle, Paola Pinna e Massimo Artini con la scusa che non avrebbero restituito parte del loro stipendio da parlamentari, violando così il regolamento interno. “Chi non restituisce parte del proprio stipendio (come tutti gli altri) viola il codice di comportamento dei cittadini parlamentari M5S, impedisce in questo caso a giovani disoccupati di avere ulteriori opportunità di lavoro oltre a tradire un patto con chi lo ha eletto. Un comportamento non ammissibile in generale, ma intollerabile per un portavoce del M5S” scrive Grillo chiedendo ai militanti di votare sul blog per decidere se cacciarli o no. In realtà la motivazione appare assai forzata, in quanto i due deputati si sono distinti invece per le forti critiche alla leadership del M5S. Ecco un esempio, quanto detto da Artini nei giorni scorsi: “La gente sul territorio non è arrabbiata, di più, ce l’ha con chi si inventa una cavolata come quella di Mussolini che non ha ucciso Matteotti da mettere sul sito il giorno in cui ci sarebbe da parlare della sconfitta elettorale. Immagino ce l’avessero nel cassetto da mesi”.