La frase attribuita ieri dal quotidiano britannico The Guardian a Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, sugli italiani è uno strano caso di traduzione sbagliata, perché il capo dell’esecutivo Ue aveva parlato in inglese. L’errore sta nella parola «work» che Juncker ha usato invece di «jobs». Voleva quindi dire che bisogna creare più posti di lavoro nel Mezzogiorno, non che gli italiani devono lavorare di più, come ha erroneamente interpretato l’autore dell’articolo. Non ha aiutato il fatto che il canale Ebs della Commissione abbia deciso nel pomeriggio di sopprimere la registrazione online del video della conferenza in cui aveva parlato Juncker, impedendo la verifica ai giornalisti che non lo avevano ascoltato in diretta. La registrazione è stata poi resa disponibile poco dopo la mezzanotte. Quella traduzione errata ha provocato un’ondata di critiche, come quella di Giorgia Meloni: «Ci regala un’altra delle sue perle. Juncker, non abbiamo niente da imparare da gente come te. Bevi di meno». Peccato però che le parole del presidente della Commissione Ue siano state travisate. (agg. di Silvana Palazzo)
JUNCKER CONTRO L’ITALIA? TRADUZIONE SBAGLIATA
In queste ultime ore è scoppiato un caso con protagonista il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Durante la conferenza stampa tenutasi ieri a Bruxelles, “New Pact for Europe”, il numero uno della CE ha commentato l’attuale situazione politica italiana, rilasciando delle frasi che sono state tradotte male, o forse travisate, da diversi organi di informazione. Il primo che le avrebbe pubblicate sarebbe stato il Guardian, noto tabloid britannico, che ha scritto: «Juncker: gli italiani devono lavorare di più ed essere meno corrotti». A cascata, le parole sono state quindi riprese dalle agenzie di stampa italiane, e poi dai vari quotidiani online, generando polemiche e indignazione. A un certo punto è intervenuto anche Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, chiedendo una smentita allo stesso Juncker.
IL PRECEDENTE DI OETTINGER
Peccato però che il presidente della Commissione europea non abbia mai proferito quelle dichiarazioni. A svelarlo è il Post, che stamattina pubblica le reali dichiarazioni rilasciate, dal tono decisamente differente rispetto a quello accusatorio di ieri: «Gli italiani devono prendersi cura delle regioni povere dell’Italia – ha detto – questo significa più lavoro; meno corruzione; serietà. Li aiuteremo come abbiamo sempre fatto. Ma non si deve giocare a caricare di responsabilità l’Unione Europea. Un paese è un paese, una nazione è una nazione. I paesi vengono prima, poi viene l’Europa». Una cosa simile era accaduta soltanto pochi giorni fa, quando il commissario europeo per il bilancio, Gunther Oettinger, rilasciò alcune dichiarazioni poi tradotte liberamente dal giornalista che lo aveva intervistato, e quindi riprese dai giornali italiani.