Lo scenario è connotato dall’incertezza provocata da un solo uomo e da una domanda: Berlusconi che farà? La speranza che non faccia cadere il governo risiede nel fatto che, finora, non gli conviene. Lui infatti vuole le elezioni anticipate, ma Napolitano non è intenzionato a concedergliele. Sciogliere le Camere, per lui, significherebbe gettare il Paese nell’indeterminatezza assoluta. Se, tuttavia, l’eventuale Letta bis non dovesse godere di una maggioranza in Parlamento, e se pure il Pd spingesse per il ricorso alle urne, non avrebbe scelta. A quel punto, che accadrebbe? Parla il sondaggista Arnaldo Ferrari Nasi.
Gli italiani rifiutano l’idea di elezioni anticipate?
Gli italiani si stanno chiedendo cos’abbia fatto questo governo da quanto è nato, a parte la legge sull’omofobia e l’aver dato agli immigrati la possibilità di accedere ai concorsi delle pubbliche amministrazioni. Non solo: in molto hanno vissuto la sua formazione come la grande occasione per dar vita finalmente alle grandi riforme. Chi, se non i due più grandi partiti messi insieme, avrebbe mai potuto farcela?
Finora pare non ce l’abbiamo fatta.
Appunto: l’occasione è stata sprecata. Di conseguenza, non tutti gli italiani sentono la necessità che questo governo resti in piedi a tutti i costi. Anzi: in molti pensano che di fronte all’impasse si debba correre ai ripari. Attraverso nuove elezioni.
Nel caso, come andrebbero?
Anzitutto, Grillo farebbe il boom. La situazione è esattamente come quella precedente le scorse elezioni: tutti i sondaggi indicano un 50 per cento di astensionismo, mentre l’M5S è passato dal 15 al 20 per cento.
E Renzi? Pare che tutti ormai lo vogliano a capo del Pd…
Non direi. La stragrande maggioranza del partito non lo vuole. Obtorto collo, tuttavia, se lo devono fare andare bene.
Perché?
Prima dell’estate un partito eventualmente fondato da Renzi era accreditato addirittura dal 24 per cento degli italiani i quali a domanda rispondevano che l’avrebbero preso in seria considerazione. Per farci un’idea, alla stessa domanda, ma avente ad oggetto la leadership di Fini quando ancora era sulla cresta dell’onda cioè quando era considerato l’unico vero avversario di Berlusconi, aveva risposto positivamente solo il 4 per cento.
Come andrebbe oggi il Pdl?
Tra la sentenza di condanna di Berlusconi, la sua imminente interdizione dai pubblici uffici e la legge Severino, non credo che riuscirà – salvo miracoli, a cui il Cavaliere ci ha effettivamente abituato – a confermare il consenso degli ultimi anni.
In definitiva, chi vincerebbe?
Difficile dirlo. Anche perché a fronte del boom di Grillo, il persistere della situazione determinata da Napolitano, che si sta facendo custode dello status quo, indebolisce Renzi. Il quale più passa il tempo, più perde di originalità e freschezza.
(Paolo Nessi)