Non è che Moody’s abbia rivisto al ribasso le previsioni sulla (de)crescita del Pil in Italia. È che “scarseggiano le notizie”. Motivo per cui, in agosto, anche un leggero ritocco delle stime basta per farci un bel titolo allarmistico. Ne è convinto Francesco Daveri, docente di scenari economici all’Università di Parma, che commenta per IlSussidiario.net la decisione dell’agenzia di rating di modificare le proprie previsioni sull’economia del Belpaese: se ad aprile le stime sul Pil 2012 erano di una flessione compresa tra il 2% e l’1%, ora quella forchetta si è spostata tra il -2,5% e il -2%. Moody’s si è in pratica accodata alle previsioni più accreditate che danno l’Italia in recessione intorno al -2%.
“Per essere degli analisti si prendono un bell’intervallo di previsione”, spiega Daveri osservando la forchetta, pari in entrambi i casi ad un punto percentuale pieno. “E chi non sarebbe in grado di dire che il calo del Pil sarà compreso tra il 2,5% e l’1,5%? Oltretutto la maggior parte delle stime si sono già attestate sull’intervallo compreso tra il -2% e il -2,5%. Complessivamente, se si prende la stima intermedia di Moody’s (il -2% appunto), si può notare che si tratta di un valore perfettamente plausibile, in linea con le previsioni più accreditate del Fondo monetario internazionale e della Banca d’Italia che danno l’Italia introno al -2% nel 2012”. E ribadisce: “loro si prendono una forchetta più ampia; non è che ci sia un peggioramento nelle stime. È un fatto consolidato ormai che l’economia italiana è debole”.
Intanto è andata a buon fine l’asta dal Tesoro per il collocamento dei Btp. E i tassi sono in calo. Il Tesoro ha venduto titoli per complessivi 6,5 miliardi, obiettivo massimo, con il tasso sul Btp quinquennale in netta discesa sotto il 5% al 4,73% dal 5,29% di luglio. Meno marcato il calo sul decennale al 5,82% dal 5,96% precedente. “Sono rendimenti molto ribassati rispetto al passato”, spiega Daveri, “una cosa positiva perché così si riduce il costo del finanziameno del debito pubblico”. Il professore spiega così il comportamento dei sottoscrittori: “è un segno misto del fatto che Monti prosegue la sua strada di riforme e che Draghi ha promesso che la Bce comprerà titoli del debito se Italia e Spagna sottoscriveranno le condizioni in caso di bisogno”.
Daveri aggiunge infine con realismo: “è indubbio che tutti stanno aspettando la riunione della Bce del 6 settembre e il 12 quella della Corte costituzionale tedesca. Fino ad allora le notizie scarseggeranno”.