Un’alleanza postelettorale al Senato è possibile, a patto che il Partito Democratico scarichi la Scelta Civica di Monti. Antonio Ingroia si fa avanti e mostra le proprie carte a Bersani, annunciando che i voti di Rivoluzione Civile a Palazzo Madama potranno confluire al Pd “per fare un governo di centrosinistra” ma senza l’attuale presidente del Consiglio, considerato anche “più pericoloso di Berlusconi”. “Su questo si potrebbe aprire un confronto”, ha detto l’ex magistrato di Palermo. A gettare acqua gelida sull’euforia elettorale di Ingroia arriva a sirene spiegate Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc e alleato con Monti: “L’appoggio di Ingroia al Partito Democratico a Palazzo Madama? Fa bene a fare queste affermazioni, anche perché gli costano poco: non avrà alcun senatore…”. In effetti, stando agli attuali sondaggi che collocano Rivoluzione Civile tra il 4 e il 5%, le considerazioni di Casini non appaiono totalmente fuori luogo, visto che con la soglia di sbarramento all’8% il rischio di rimanere fuori dai giochi si fa piuttosto minaccioso. Abbiamo chiesto un commento a Riccardo Barenghi, giornalista e collaboratore della Stampa.
Come giudica le recenti dichiarazioni di Ingroia?
Fossi in Bersani e Vendola, personalmente approfondirei un’apertura del genere. E’ vero, Rivoluzione Civile appare al momento poco gestibile, composta da personaggi come Diliberto, Di Pietro e lo stesso Ingroia che non sembrano avere una giusta omogeneità e una particolare unione d’intenti, però anche la situazione del centrosinistra dovrebbe far riflettere.
Intende dire al Senato?
Quantomeno al Senato la situazione non è di certo rosea. Con il rischio di non riuscire ad avere una maggioranza assoluta, probabilmente Bersani dovrebbe almeno considerare e tener presente un’eventuale apertura a Ingroia. Bisogna poi capire se effettivamente potrà tornare utile a qualcosa e se sarà realisticamente attuabile.
Cosa crede convenga di più a Bersani?
Come ho detto è difficile dire se un’eventuale accordo con Ingroia possa essere utile a Bersani, ma di certo anche appoggiarsi ai vari Monti, Fini e Casini non mi sembra un progetto molto edificante per tutto il centrosinistra. Al momento la situazione del segretario Pd è decisamente delicata e per certi versi sembra che si trovi tra l’incudine e il martello senza alcuna libertà di manovra.
Le cose poi si complicherebbero, come diceva, se non ottenesse la maggioranza assoluta in Senato…
Ovviamente l’ipotesi migliore sarebbe una vittoria senza dover chiedere voti a nessuno, altrimenti in caso contrario si aprirebbe un problema non da poco. Francamente non vorrei essere nei suoi panni, perché ogni approccio o apertura, da una parte o da un’altra, provoca reazioni che vanno ancor di più a complicare la situazione. Certo è che, se Bersani non riuscisse a vincere al Senato, in tutti i casi per il centrosinistra sarebbe una sconfitta.
Cosa intende?
Dopo tutti questi anni di “berlusconismo”, dopo tutte le polemiche, i dibattiti e le primarie in grande stile, se il centrosinistra non riuscisse a vincere neanche dopo essere partito in una situazione totalmente favorevole, allora probabilmente non ne sarà mai capace. Poco più di un mese fa il divario con il Pdl appariva incolmabile, oggi si è ridotto intorno ai 5 punti e probabilmente continuerà a ridursi ancora: mi sembra quindi chiaro che in questa campagna elettorale qualche errore c’è stato.
E poi c’è Berlusconi, con le sue proposte shock…
Bersani al momento è circondato, perché oltre a Berlusconi e agli altri avversari politici si ritrova anche a dover fare i conti con le parti della sua coalizione. In questi casi, come in guerra, l’unica soluzione sarebbe quella di effettuare anch’egli una sortita a sorpresa, un’uscita forte quasi come le promesse di Berlusconi. Al momento, però, se l’unica proposta che riesce a tirar fuori Bersani è quella riguardo la legge sul conflitto d’interesse, allora non andrà molto lontano.
Che ipotesi di governo vede quindi all’orizzonte?
Finché non avremo di fronte i risultati elettorali, fare previsioni è davvero molto difficile. Se gli elettori dovessero smentire i sondaggi e se il centrosinistra ottenesse la maggioranza al Senato, allora immagino che Pd e Sel potrebbero provare a governare senza l’aiuto di nessuno. In caso contrario può succedere di tutto, ma sinceramente non vedo alcun governo.
Difficilmente però Bersani potrà scaricare Vendola, non crede?
Scaricare Vendola significa tradire il corpo elettorale e quei 3 milioni di persone che lo hanno votato alle primarie. Quindi, in caso di alleanze obbligatorie, per Bersani si aprirebbe un enorme problema di cui al momento, francamente, non vedo soluzione.
(Claudio Perlini)