E’ il momento peggiore del mio settennato: parole dure che descrivono l’amarezza di Giorgio Napolitano che aggiunge anche di essere stato abbandonato dai partiti. Sono dichiarazioni personali riportate oggi dal Corriere della sera: il capo dello Stato commenta la pioggia di accuse e polemiche che gli sono piovute addosso dopo aver nominato dieci personalità nel tentativo di trovare qualche accordo fra i partiti alla luce della crisi istituzionale in cui si trova l’Italia (colpo di stato, Napolitano monarca, oligarchia, inciucio, scelta incostituzionale e tanto altro ancora). Fra le tante accuse anche quella di non aver inserito nessuna donna nei due comitati: Napolitano dice che è una accusa che sfiora il ridicolo: ha semplicemente inserito nei due gruppi i presidenti delle commissioni speciali che si sono costituite alla Camera e al Senato. Spiega poi Napolitano che lui la parola “saggi” che tante ironie ha scatenato, non l’ha neanche mai pronunciata e intanto viene ricordato che non si tratta di commissioni permanenti ma puramente a scadenza. Le dimissioni, poi, le aveva pensate davvero ma si è convinto che l’Italia avesse bisogno di tranquillità e del suo ruolo, cosa che lo ha portato a individuare le due commissioni, pensate per dare uno sbocco allo stallo creato dai partiti stessi. Il 15 aprile saranno convocate le camere e che tra il 16 e il 18 si comincerà a votare per il nuovo capo dello Stato. Secondo il Corriere della sera, anche se il suo mandato finisce tecnicamente il 15 maggio, Napolitano potrebbe lasciare prima di quella data. Solo e amareggiato come lui stesso si sente in questi giorni.