Sarà presa domani dalla commissione Antimafia la decisione sulla lista degli “impresentabili” alle elezioni comunali 2016 che si terrano il prossimo 5 giugno. L’Ufficio di presidenza della Commissione, come si legge su gonews.it che riporta un’agenzia di stampa Ansa, “si è già riunito per due volte nelle scorse settimane per prendere una decisione, ma l’accordo finora non è stato trovato. A spingere per uno screening delle liste sono il vicepresidente Claudio Fava (SI) e i Cinque Stelle. Contraria Forza Italia”. Qualche giorno fa la presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, aveva dichiarato: “Nel nostro Paese non c’è un casellario dei carichi pendenti nazionale e bisogna interrogare ogni singola Procura, e questo non è da Paese civile. Al di là di quello che può fare l’Antimafia, le istituzioni devono dotarsi di strumenti per poter assicurare ai cittadini che le persone che vanno a votare sono quanto meno a posto con la giustizia”. La presentazione di liste e candidature è fissata per il 6 e il 7 maggio, poi segue l’esame di liste e candidati da parte della Commissione elettorale circondariale.
Ancora polemiche sulla data delle elezioni comunali 2016. Un ricorso al Tar del Lazio contro la scelta di fissare al 5 giugno la data per le amministrative, è stato notificato ieri dal Codacons al ministro dell’Interno Angelino Alfano. L’associazione contesta infatti la data individuata dal Governo per chiamare i cittadini al voto, e con il ricorso chiede al Tar lo spostamento delle elezioni dal 5 al 12 giugno, o di estendere il voto anche alla giornata del 6 giugno. Proprio il nuovo ricorso promosso dall’associazione, e quello sul referendum ed election day verrà discusso dai giudici domani ed è appoggiato dai Radicali, dal Comune di Napoli e dalla Regione Puglia. Il Codacons, sempre domani, chiarirà i dettagli del nuovo ricorso contro le elezioni comunali 2016 e valuterà le decisioni del Tar sul referendum trivelle. L’associazione ha invitato i candidati sindaci della capitale Giorgia Meloni, Virginia Raggi, Roberto Giachetti, Guido Bertolaso, Carlo Rienzi e Alfio Marchini, ad un confronto sul voto a Roma relativo al referendum, che si terrà al termine della conferenza e subito dopo un breve dibattito dove verranno illustrate le ragioni del “si” e quelle del “no” al quesito referendario.
A Milano, le Amministrative rivelano un’altra novità: a Milano scende l’ultima candidata in extremis, la prima donna. Si tratta di Maria Teresa Baldini, consigliere regionale lombardo del Gruppo Misto Fuxia People: ma chi è dunque quest’ultima entrata nell’universo amministrative e nell’agone politico dello scontro locale? Sotto la Madonnina già la conoscono per il suo passato di dichiarazioni discutibili sui rom e sul distacco dal gruppo di maggioranza in regione, per unirsi prima al gruppo di Mario Mauro Popolari per l’Italia e poi per fondare da sé un nuovo movimento politico, “Fuxia People”. A difesa dei diritti delle donne ma da destra, ha scatenato polemiche in passato per aver invitato alla sua presentazione della lista il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, oltre che ad aver criticato scelte politiche a favore dell’immigrazione della giunta Pisapia. «Scendo in campo per tutelare l’identità di Milano e per curare una città oramai malata, sceglierò per questo solo candidati espressione della società civile». Per la Baldini il progetto politico lanciato da ieri su Milano mira l’obiettivo su «tutti i cittadini lombardi, con particolare attenzione alle esigenze delle donne e delle madri che sono protagoniste della nostra società». Classe 1961, nata a Lucca, medico ed ex cestista, Maria Teresa Baldini fece anche da candidato sindaco a Forte dei Marmi ma perse al primo turno e ora ci riprova con una sfida ben più grande, a Milano. Ferm restando l’evidenza della quasi assoluta impossibilità a vincere, sarà interessante capire quanti voti riuscirà a prendere e verso chi potrebbe orientarli nel caso di un ballottaggio tra Sala e Parisi, oggettivamente i favoriti per il secondo turno nelle prossime elezioni comunali.