“Un’intesa tra Berlusconi, Renzi e Letta sul Mattarellum potrebbe essere il terreno su cui trovare un’intesa fatta di grandi numeri”. Lo afferma Guido Gentili, editorialista ed ex direttore del Sole 24 Ore, secondo cui “Berlusconi sta lavorando a un’operazione politica simile a quando ha ricomposto i cocci dopo lo strappo tra la figlia Barbara e Galliani. Il Cavaliere sta cercando di ricucire il centrodestra in frantumi, e il Mattarellum basandosi sull’uninominale e dunque sulla necessità di alleanze ampie potrebbe aiutare Berlusconi in questa operazione”.
Dopo le motivazioni della Consulta, come andrà a finire sulla legge elettorale?
Il giudizio della Corte costituzionale è un’ancora con la quale tutti dovranno fare i conti indipendentemente dalle liti interne e tra i partiti, la partita è e rimane nelle mani di Renzi. E’ lui che ha spinto su questo terreno, è lui che ha rotto lo stallo su questa partita. Se è vero ciò che si immaginava fino a pochi giorni fa, e cioè che Renzi fosse comunque interessato ad approvare la legge elettorale per avere la possibilità di andare al voto, su questo terreno il segretario del Pd insisterà sicuramente.
Alla fine su quale modello elettorale cadrà la scelta?
A contare è la scelta politica, non il merito tecnico. Si cercherà di fare una legge che assicuri la governabilità, in un quadro che continui a garantire il principio del bipolarismo e dell’alternanza di governo. I modelli possono essere tanti, l’uno può essere mixato con l’altro e può poi diventare una questione molto tecnica. Non escludo un ritorno al Mattarellum, che è un terreno su cui potrebbero convergere almeno in tre, e cioè Berlusconi, Renzi e Grillo. Potrebbe anche essere un terreno su cui trovare un’intesa fatta di grandi numeri.
Il rimpasto si farà e quanto sarà incisivo?
L’ipotesi del rimpasto è stata scartata con grande determinazione da Letta, il quale ha tenuto a precisare che non c’era lo spazio per nessun rimpasto. La situazione è poi cambiata, e la pressione di Renzi si è fatta più forte. Resta il fatto che il sindaco di Firenze non è evidentemente interessato al rimpasto ma a un’azione di governo che sia la più rapida e incisiva. Non a caso ieri sera il segretario del Pd ha scritto su Twitter: “Parlare di rimpasto è roba da Prima Repubblica. Che noia, vi prego parliamo di cose concrete”.
Berlusconi nel frattempo corre il rischio che gli sfugga di mano il partito?
Berlusconi sta puntando ad arrivare a un voto a primavera abbinando le elezioni politiche alle europee e sta ragionando su come presentarsi nel 2014 che sarà un anno decisivo dopo la spaccatura all’interno del centrodestra. Il Cavaliere sta cercando di mettere d’accordo l’area che gravita intorno alla sua figura, anche se è un’operazione difficile.
Gli riuscirà?
Come ha ricomposto i cocci dopo lo strappo tra la figlia Barbara e Galliani, lo stesso sta cercando di fare anche da un punto di vista politico. Da un lato sta tenendo sotto controllo quelli che sono considerati i falchi, come Verdini e la Santanché, e dall’altra sta inserendo dei personaggi, come il nuovo coordinatore Giovanni Toti che invece rappresenta l’anima più moderata. E’ una strategia che Berlusconi ha sempre seguito. Per anni ha avuto Gianni Letta come suo braccio destro e dall’altra il partito dei falchi. Toti tra l’altro è accreditato di avere un buon rapporto con Napolitano, e quindi questa potrebbe essere una linea di collegamento.
Alfano è logorato da Renzi e schiacciato da Berlusconi. Come vede la sua posizione?
Quella di Alfano è una posizione molto difficile. Da un lato si trova sovra-rappresentato in un governo Letta che è partito in un modo, ma che si è sviluppato in un altro. Dall’altra c’è la pressione forte di Renzi soprattutto su Letta, che costringe il Nuovo Centro Destra a giocare di rimessa. Sulla legge elettorale è Renzi che ha preso l’iniziativa e ha messo sul tavolo la questione della riforma della legge elettorale con le famose tre proposte. La stessa cosa è accaduta sul Jobs Act presentato da Renzi, con Alfano che è arrivato con le sue dieci proposte solo domenica.
(Pietro Vernizzi)