Bersani sbarra ulteriormente la strada ad un’ipotesi di uscita dall’impasse. Il Pdl aveva posto come unica condizione per raggiungere un accordo di governo volto a sostenerne uno guidato dal Pd, pur non facendone parte, la scelta del presidente della Repubblica. Il prossimo capo dello Stato dovrà essere, quantomeno, un moderato, avendo il centrosinistra preso tutte le altre cariche dello Stato. Niente da fare. Bersani ha definito la proposta di trattare sul Quirinale inaccettabile spiegando che l’unico criterio sarà quello della convergenza più ampia possibile. Poi, come già in passato, si è detto convinto di come il ritorno alle urne rappresenterebbe un disastro. D’altro canto, la crisi si scongiura solamente dando al Paese governabilità, ha detto. In tal senso, per il segretario del Pd è ipotizzabile non tanto un “governassimo”, quanto una formula che consenta la corresponsabilità. In sostanza, il Pd governa, mentre gli altri partiti gli danno i voti per le riforme. All’M5S, infine, non ha risparmiato una stoccata, affermando: «Ci siamo trovati di fronte a un disimpegno conclamato del Movimento 5 Stelle che ha avuto 8 milioni di elettori e che pare voglia mettere in frigorifero».