La figura di Angela Merkel in Italia è molto distorta per due ragioni di fondo: il dibattito politico e una diffusa antipatia per i tedeschi. Naturalmente sono caricature e come tali hanno dei limiti — al pari delle caricature dell’Italia in Germania —, ma sono due aspetti che incidono molto nella valutazione generale della cancelliera tedesca. Se poi entriamo più nello specifico, l’idea italiana distorta della Merkel è condizionata dalla vicenda dell’euro: in Italia la consideriamo ultaeuropeista, poco solidale nei confronti dei Paesi del Sud Europa e rappresentante della linea più intransigente. In Germania è esattamente il contrario in quanto secondo i suoi detrattori regalerebbe i soldi dei contribuenti tedeschi a greci, spagnoli e portoghesi.
Angela Merkel è probabilmente una delle persone più detestate d’Italia. Su di lei si sono abbattuti, prima o dopo, gli strali di tutti i politici nostrani, di destra o di sinistra che fossero, facendone quasi un capro espiatorio delle varie magagne non solo dell’Europa, ma anche dell’Italia.
La cancelliera tedesca ora, apparentemente a sorpresa, tende la mano a Roma in una intervista alla Faz. “La sicurezza delle frontiere, la politica di asilo comune e la lotta alle ragioni dell’esodo dei migranti sono la vera questione esistenziale per l’Europa”, ha detto la Merkel affermando che serve “unificare il sistema”, e sottolineando che “parte dell’insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli, nel compito di accogliere così tanti migranti”.
“Abbiamo bisogno di un sistema comune dell’asilo e misure comparabili nella decisione su chi rimane e chi no”, ha aggiunto la cancelliera spiegando che Frontex diventerà “nel medio periodo una vera polizia di frontiera con competenze europee” mentre in futuro sarà necessario istituire “un ente europeo per l’asilo”. Mentre si moltiplicano gli ammonimenti e le richieste delle grandi aziende tedesche per fare tutto il possibile per salvare l’eurozona e l’idea stessa di Unione Europea, la Merkel sembra volersi togliere di dosso l’immagine di furia teutonica nei confronti dei paesi latini. Le pesanti caricature e i duri titoli dei giornali, i risentimenti anti-tedeschi e anti-Merkel diffusi in alcuni paesi europei a causa della rigidità di Berlino nella pressante richiesta, da un lato, di riforme che snelliscano la pubblica amministrazione e il mercato del lavoro e che riducano drasticamente il deficit di bilancio e, dall’altro lato, il netto no agli eurobond, all’acquisto di titoli di stato da parte della Bce e alla licenza bancaria per il fondo di stabilità Esm, devono aver lasciato il segno sino al punto da aver reso più morbida la Cancelliera almeno nei toni. Ma è veramente una novità?
“Fuori Renzi, dentro Berlusconi. La Merkel si prende gioco degli italiani”. Così il M5s sul blog di Beppe Grillo dove segnalava pochi mesi fa: “qualcosa in Europa è cambiato. E Angela, a quanto pare, non è una che perde tempo. La Merkel ha cambiato cavallo. Ha scaricato il suo pupillo Matteo Renzi per puntare sull’usato sicuro, Silvio Berlusconi, l’uomo che ha fatto dell’Italia il suo reame”. Ora, aggiungevano i 5 Stelle, “siamo curiosi di leggere l’ultimo tweet di Matteo Salvini (sic!) sulla sua nuova alleata”.
“Da mesi nei corridoi di Bruxelles tutti hanno compreso che il segretario del Pd non conta più niente. Ogni tanto manifesta disappunto rispetto ad accordi suicidi che lui stesso ha siglato, ma nessuno lo ascolta. Peggio: nessuno lo sente. Un lento ma inarrestabile declino” sosteneva il M5s che ricordava: “la storia si ripete: il fantasma di Berlusconi ha bisogno della Merkel per dimostrare che può contare ancora qualcosa. La Merkel ha bisogno di Berlusconi perché teme che il MoVimento 5 Stelle smantelli una ad una le politiche che hanno regalato al popolo tedesco 20 anni di benessere alle nostre spalle. La Merkel deve finire il lavoro che ha iniziato e chiudere la camicia di forza che ha cucito per l’Italia. Il suo prossimo obiettivo è integrare il Fiscal Compact nel quadro giuridico dell’Unione Europea e istituzionalizzare un super-ministro delle finanze per l’Eurozona”.
Ma anche la lettura grillina che attribuisce alla Merkel un opportunismo senza pari non fa fino in fondo i conti con la realtà. Basti pensare alla durezza della Merkel nei confronti di Berlusconi al tempo delle allegre bisbocce del governo italiano nel 2011. La cancelliera tedesca invece di realismo mostra di averne da vendere. Sempre pronta al di là delle simpatie a rimettersi in gioco con chi guida una delle più importanti economie del mondo. E infatti tra pochi giorni al G7 sarà più che cordiale con il neofita Giuseppe Conte. Disponibile come con Berlusconi. Attendista come con Prodi. Guardinga come con D’Alema. Solerte come con Amato. Entusiasta come con Monti. Affettuosa come con Letta. Divertita come con Renzi. Solidale come con Gentiloni. Tutti costoro sono passati, lei è ancora al suo posto.