Il crac Cirio nella giornata di oggi torna prepotentemente sulle cronache nazionali: nell’ultima udienza con il terzo grado di giudizio davanti alla Cassazione, i giudici hanno stabilito la condanna a Cesare Geronzi per 4 anni, mentre per Sergio Cragnotti il processo è da rifare – annullata la condanna con rinvio a nuovo processo – con notevole soddisfazione per l’ex presidente della Lazio. La Corte di Cassazione ha però confermato la condanna a quattro anni di reclusione per Cesare Geronzi per il crac Cirio dopo i primi due gradi di giudizio che avevano già stabilito la medesima condanna: visto che però i primi 3 anni sono coperti dall’indulto, l’ultimo che rimane potrebbe essere “risolto” con la condizionale, e dunque Geronzi non andrà in carcere. Per il banchiere e dirigente in passato, tra gli altri, di Banca d’Italia, Banco di Napoli e Capitalia, la sentenza non soddisfa visto che è stato riconosciuto il reato di emissione e collocamento dei ‘bond’ Cirio tramite Capitalia. Lo scorso 4 luglio 2011 è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Roma a 4 anni di reclusione per concorso in bancarotta, e oggi arrivano le conferme per una sentenza ora definitiva e non più appellabile.
PROCESSO DA RIFARE PER SERGIO CRAGNOTTI
«È un risultato straordinario», commenta il difensore legale Massimo Krogh di Sergio Cragnotti: per l’ex presidente della Lazio infatti la Corte ha deciso il rinvio della condanna per il crac finanziario, specie per l’accusa più grave – la vicenda “Bombril” – per il quale aveva ricevuto fino a oggi una pena di 7 anni di reclusione in carcere, divenuti addirittura otto anni e otto mesi per gli altri reati contestati. Come abbiamo imparato a seguire in questi anni, il crac della Cirio fu l’antesignano del risparmio tradito: di fatto colpì 30mila risparmiatori che persero complessivamente un miliardo di euro. «Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Nando Iacoviello, aveva chiesto la riduzione delle pene per gli imputati. A partire dall’ex patron del gruppo alimentare e della Lazio, Sergio Cragnotti, condannato in appello a otto anni e otto mesi. Per arrivare all’allora presidente della Banca di Roma, Cesare Geronzi, condannato a quattro anni», spiega il Sole 24 ore nel suo speciale sul caso Cirio di quest’oggi.