L’approvazione del disegno di legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione è una svolta decisiva per sconfiggere l’eccesso di burocrazia che ha spesso oppresso le aziende. E’ il commento di Confagricoltura all’approvazione del provvedimento al Senato. “Le norme definite nella legge cornice legislatore vanno ora concretizzate con una ventina di decreti attuativi del governo – osserva l’Organizzazione degli imprenditori agricoli -. Il cammino è ancora incerto, ed occorre vigilare che i buoni propositi non vengano stravolti”. Confagricoltura mette però in guardia: “La giusta razionalizzazione del sistema delle Camere di Commercio (che passano da 105 a 60) e delle Prefetture non dovranno pregiudicare l’assistenza alle imprese; la soppressione del Corpo Forestale non dovrà far abbassare la guardia nella tutela dell’ambiente. Guardiamo con attenzione alla semplificazione della Conferenza dei Servizi, alla riscrittura delle regole sul silenzio-assenso, sollecitiamo la ‘digitalizzazione’ della P.A. e l’incremento dei servizi online. E la corretta riorganizzazione dei dipendenti pubblici”.
“Mai tante riforme tutte insieme, non era mai accaduto nella storia repubblicana”. Lo ha detto Matteo Renzi nella conferenza stampa convocata oggi a Palazzo Chigi per presentare i dettagli della riforma della Pubblica amministrazione insieme al ministro Marianna Madia. Il primo obiettivo, ha spiegato il premier, “è semplificare la vita dei cittadini. Un’Italia più semplice, che non è arzigogolata ma che prova a togliere gli eccessi”. Parte significativa della riforma della Pa “è affidata a dei ddl delega che il governo si è impegnato a presentare entro 12 mesi, con l’eccezione del testo unico del pubblico impiego che ha un arco di tempo di 18 mesi”, ha aggiunto Renzi, facendo sapere che entro il mese di settembre “alcuni decreti saranno presentati all’attenzione del Consiglio dei ministri”.
In leggero ritardo il programma di Palazzo Chigi che non ha ancora visto l’inizio della conferenza stampa fissata inizialmente per le ore 16 con il premier Matteo Renzi e il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione. Nella conferenza stampa che comincerà a breve si tratterà ovviamente della riforma sulla Pubblica Amministrazione approvata ieri in Senato e che dà il via libera alle varie novità riguardo la burocrazia e vari altri interventi sui lavoratori statali. Nel frattempo, uno dei punti certamente più spinosi è l’abolizione del Corpo Forestale, nel giro di un anno dall’uscita degli ultimi decreti attuativi della riforma. L’emendamento in questione è di Giorgio Pagliari del Partito Democratico che ha fatto approvare con il ddl delega per la pubblica amministrazione quanto segue: i corpi di polizia presenti sul territorio nazionale da cinque passeranno a quattro e a farne le spese sarà il corpo forestale dello stato. Commento decisamente negativo da parte di Alfonso Pecoraro Scanio del movimento dei Verdi, il quale sottolinea come «mentre crescono le emergenze ambientali, il Governo vuole lo smembramento del Corpo Forestale. Con questo le ecomafie brinderanno».
In attesa della conferenza stampa tra un ora del premier Matteo Renzi assieme al Ministro per le Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Maria Anna Madia, continuano le prese di posizione sulla nuova riforma della PA che ha avuto il via libera definitiva ieri pomeriggio in Senato. Questa mattina il quotidiano della Cei Avvenire ha aperto con un editoriale di Sergio Soave in cui si tratteggiava un primo giudizio su questa nuova riforma del governo Renzi: le impressioni e le intenzioni sono positive secondo il commentatore politico, bisogna però attuarle d’ora in poi. Scrive Soave: «C’è da sperare che un alleva di dirigenti qualificati e aiutati da un meccanismo di formazione continua, non destinati a occupare a vita le stesse posizioni ma impegnati a meritare giudizi positivi sul loro operato, fornisca quell’iniezione di capacità di iniziativa che è indispensabile per rianimare un sistema che sta annegando nella lentocrazia». In sostanza sostiene l’editoriale, buone le indicazioni dall’alto, ma devono essere supportate sia da un’adeguata concretizzazione di quanto scritto nella riforma, e ciò spetta ad organi di controllo che vanno ancora definiti, ma anche decisivo dovrà essere la ricezione degli statali che ben stimolati dovranno al più presto togliersi l’etichetta di “fannulloni”.
Il premier Matteo Renzi e il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Maria Anna Madia saranno oggi alle 16 in conferenza stampa per illustrare la legge di riforma della Pubblica Amministrazione. Lo fa sapere Palazzo Chigi in una nota diffusa pochi minuti fa. Intanto proprio Renzi ha inviato oggi una lettera ai deputati e senatori del Partito Democratico e della maggioranza che sostiene il governo per ricordare il lavoro svolto dall’esecutivo e dai parlamentari: “Lo dico senza giri di parole: avete fatto un lavoro straordinario ed è giusto rendervi merito – si legge nella missiva – Mai il Parlamento italiano in 70 anni di storia aveva lavorato così tanto e così intensamente. E nessun Paese europeo ha mai fatto – tutte insieme – così tante riforme”. Renzi ricorda infine gli impegni futuri: “Ci rivedremo al rientro a Roma, pronti da subito per una legge di Stabilità che proseguirà nel taglio delle tasse”.
Il Governo Renzi ha battuto un altro colpo con l’approvazione al senato della riforma della pubblica amministrazione tramite il ministro Madia, ed evidentemente arrivano in poco tempo tutte le polemiche per le novità inserite nel testo e che verrano poi rese effettive tramite i prossimi decreti attuativi. Secondo Corrado Passera, presidente di Italia Unica e candidato sindaco di Milano, con questa riforma della PA il rischio di troppo potere nelle mani del premier si fa molto alto e si va ad aggiungere a precedenti provvedimenti del governo come la legge elettorale e la riforma della Rai di questi ultimi giorni che confermerebbero questa concentrazione. Ecco il tweet dal suo account ufficiale: «Italicum + riforma Rai + riforma PA è una concentrazione di potere clamorosa in un’unica persona. È un rischio grave».
Molte polemiche, qualche critica e alcuni apprezzamenti: come sempre una nuova riforma riporta più o meno fedelmente questo trend, specie se la riforma in questione coinvolge un sistema tra i più arretrati e assurdi d’Europa, come quello della Pubblica Amministrazione. Il governo Renzi ha ottenuto l’approvazione ieri in Senato e dunque da oggi è legge con una serie importanti di novità che dovranno essere messe alla prova nei prossimi mesi con i decisivi decreti attuativi. Intanto il governo incassa l’importante parere positivo della Federazione Sindacale dell’Industria Metalmeccanica Italiana, Federmeccanica, che in un tweet dall’account ufficiale annuncia: «Con la riforma PA il dimezzamento dei tempi di avvio delle attività imprenditoriali è un bel passo avanti. Oggi siamo 46esimi al mondo per tempi di apertura imprese». Riforma importante dunque secondo la Federazione dei metalmeccanici che ritiene, al netto delle varie migliorie possibili, che questa sfida alla burocrazia possa essere efficace per sbloccare il freno principale al rilancio economico italiano.
Con la riforma della Pubblica amministrazione diventata legge nella giornata di ieri, le visite fiscali ai lavoratori in malattia saranno affidate all’Inps e non più alle Asl. “Finalmente si sono compresi gli indiscussi vantaggi che porterà tale innovazione – ha commentato Alfredo Petrone, segretario nazionale del settore Inps della Fimmg – Tra questi la certezza dell’esecuzione e un incremento della qualità dei controlli, una scelta appropriata delle visite mediche fiscali nel comparto pubblico, l’uniformità di giudizio per tutti i lavoratori, la razionalizzazione della spesa e la maggiore efficacia nella lotta agli abusi, all’assenteismo e alle truffe con rigore metodologico, con una regia univoca informaticamente supportata e con immediatezza di risposta e di output”. Per rendere completa e applicabile la riforma, secondo Petrone “è necessario procedere celermente alla stesura ed alla approvazione del decreto legislativo attuativo che stabilizzi e disciplini il rapporto di lavoro tra i medici fiscali e l’INPS, mediante una convenzione che contempli un rapporto di lavoro orario, con stabilità di incarico, tendente al tempo pieno, in grado di garantire il necessario numero di visite di controllo oltre che l’assolvimento, anche in ottica di risparmio, di ulteriori compiti istituzionali medico legali soddisfacendo alle attuali esigenze dell’Ente”.
Forse è un tema passato leggermente più inosservato degli altri ma merita un capitolo a parte: con l’approvazione della riforma sulla pubblica amministrazione del Governo Renzi, passata ieri in Senato, molte sono le novità che dai prossimi mesi cambieranno e parecchio la situazione riguardo il mondo comunemente noto della “burocrazia” nella speranza di sistemare almeno in parte alcuni annosi problemi. Luca Bolognini però, responsabile nazionale del programma di Italia Unica – il movimento/partito di Corrado Passera – sottolinea come l’articolo 8-c della riforma sul rafforzamento dei poteri del premier sia un enorme problema che andrebbe affrontato meglio. In un tweet di stamattina, Bolognini definisce «Impressionante l’articolo 8-c della Riforma PA su poteri premier i: dobbiamo aspettarci un neo-presidenzialismo per decreto attuativo». La riforma infatti prevede un accentramento dei poteri di Palazzo Chigi sulle società pubbliche, a cominciare dalle nomine dei manager. In sostanza per le nomine dei manager pubblici e la composizione dei consigli di amministrazione, il Tesoro dovrà sempre e comunque rimettere la scelta al Consiglio dei ministri, vale dire al premier. Questo per Bolognini è un rischio di inserire in sostanza un neo-presidenzialismo tramite una riforma specifica sulle PA; questione che andrebbe dibattuta meglio, continua il responsabile di Italia Unica, ma non accettabile che questo avvenga tramite decreto attuativo di un governo.
L’aula del Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione. Renzi festeggia su Twitter mandando un “abbraccio agli amici gufi”, ma a pesare nell’aula di Palazzo Madama sono state le opposizioni che con il loro voto hanno permesso il raggiungimento del numero legale. “Alcuni punti della riforma della Pubblica Amministrazione sono condivisibili. Io, ad esempio, le prefetture più che dimezzarle, le chiuderei tutte. Dando l’ordine pubblico ai sindaci. Il punto è che le riforme di Renzi sono tutti annunci, ma la realtà delle cose in Italia è molto diversa”, ha detto il leader della Lega Nord Matteo Salvini ospite ad Agorà su Rai Tre. “Da un anno e mezzo aspettiamo una proposta che superi la Legge Fornero, se il Pd si decidesse a portare in Parlamento la proposta dell’ex ministro Damiano, io la voterei immediatamente. Perché non lo fa?”, si è chiesto il segretario del Carroccio secondo cui le riforme del governo sono “solo chiacchiere”.