Torna ancora sul caso PenelopeGate il candidato alle elezioni in Francia per il centrodestra, Francois Fillon e lo fa dopo essere stato indagato formalmente appropiazione indebita di fondi pubblici e la mancata dichiarazione alla Authority per la trasparenza della vita pubblica. Intervistato questa mattina durante la sua campagna elettorale alla Radio Classique, il candidato dei Repubblicani ha provato a difendersi: «ono innocente, mia moglie ha lavorato per anni con me, così come avvenuto per centinaia e centinaia di parlamentari in passato. E sono convinto che, anche se ci vorrà tempo, la giustizia dimostrerà la mia innocenza». L’ex premier è però tornato ad accusare i magistrati e i suoi avversari politici, definendo la giustizia francese «fortemente strumentalizzata»: il candidato all’Eliseo ha infatti smentito ogni accusa per lui e la sua famiglia per impieghi fittizi come suoi assistenti parlamentari. La campagna giustizialista si alza ancora una volta in Francia, visto che i tre maggiori candidati risultano indagati, come raccontiamo nel nostro focus qui sotto.
Elezioni Francia 2017… nelle procure: la giornata di ieri ha visto un doppio “colpo” segnato dai giudizi francesi che hanno indagato ufficialmente sia Francois Fillon che, a sorpresa, Emmanuel Macron: assieme alla terza favorita, Marine Le Pen, anche lei tra l’altro indagata per ben due filoni diversi di indagini, in pratica tutti i principali candidati alla corsa verso l’Eliseo tra un mese e mezzo sono iscritti a qualche registro degli indagati sparso per la Francia. La procura di Parigi ha infatti aperto un’inchiesta preliminare a carico di Macron per presunto favoritismo: il caso riguarda una serata a Las Vegas cui Macron ha partecipato a gennaio 2016, ai tempi in cui era ministro dell’Economia, e in cui incontrò i dirigenti di diverse imprese emergenti francesi in occasione del Consumer Electronics Show. In pratica, pare che il candidato centrista sia sospettato di avere assegnato al colosso della comunicazione Havas l’organizzazione della serata al Consumer Electronics show senza gara d’appalto. Come se non bastasse, il candidato dei Repubblicani Francois Fillon, all’interno dell’inchiesta legata alla moglie denominata “PenelopeGate” è risultato ufficialmente e formalmente indagato per alcuni capi di imputazioni tra cui appropriazione inedita di fondi pubblici, malversazione e presunti impieghi fittizi alla moglie Penelope, ai due figli e ad altri collaboratori. Come aveva già annunciato quando era scoppiato lo scandalo degli impieghi fittizi, il candidato presidente alle Elezioni francesi per il centrodestra aveva attaccato i giudici parlando di “assassinio politico” e invocando la sua innocenza nonché continuazione nella campagna elettorale senza dimissioni. Giusto due settimane fa il partito lo aveva confermato, ma ora con l’indagine scoppiata oggi il caos all’interno del terzo partito del Paese (in questo momento) regna sovrano. E anche gli altri due partiti “non si sentono molto bene”…
Inutile nascondersi, per le elezioni in Francia che avverranno il 23 aprile prossimo, la data di oggi, 15 marzo, è se non decisiva certamente significativa per comprendere dove “tira” il vento europeo. Oggi infatti il voto in Olanda che chiama alle urne il popolo dei Paesi Basi dovrà decidere il nuovo governo, con la sfida tra il premier uscente Rutte e lo “spettro” della destra estrema Geert Wilders; il candidato del Partito delle Libertà è temuto in tutta Europa, Francia in primis perché un eventuale risultato importante alle urne domani potrebbe favorire un “vento positivo” per la candidata forse realmente più temuta dall’intera Ue, ovvero Marine Le Pen. I vari Fillon, Hamon, ma soprattutto Hollande e Macron temono notevolmente il risultato olandese per possibili ripercussioni sul popolo francese stanco delle politiche europee e dei governi tradizionali tra Ps e Republicains: è ovvio che il voto olandese avrà anche una seconda possibile conseguenza, che potrebbe invece ritorcersi contro a Le Pen e Front National, qualora Wilders fallisse il suo sogno di arrivare al governo. Ancora 48 ore e da questo punto di vista ne sapremo certamente di più…