Si aspettava la risposta del Bundenstag all’allargamento del Fondo salva- Stati. E il Parlamento tedesco lo ha approvato a larghissima maggioranza, facendo tirare un sospiro di sollievo al cancelliere Angela Merkel. Quasi nelle stesse ora, stamattina, è ritornata la cosiddetta “troika” ad Atene per negoziare con i greci la nuova tranche di aiuti. Lo spettacolo della città non deve essere stato dei migliori, perché Atene, che ha già un traffico caotico, era senza taxi, in sciopero.
In più, i dipendenti del ministero delle Finanze, dove appunto la troika doveva riunirsi con Evangelos Venizelos, erano in agitazione e stavano occupando i locali del ministero. Nel giro di poche ore sono stati occupati cinque ministeri. Il clima greco, mentre si discute del default del Paese è questo.
Forse, proprio questo tipo di manifestazione, potrebbe “svegliare” i lentocrati europei e i “soloni” degli organismi internazionali che cercano di far quadrare i conti, dimenticandosi probabilmente di quello che sta succedendo ormai nella realtà dei paesi europei. I mercati, di fronte a tutto questo, hanno guardato alla sostanza, cioè alla decisione del Bundestag. Al momento l’allargamento del Fondo salva-Stati è limitato, non si parla certo dei “mitici” tremila miliardi di euro che dovrebbero garantire la ricapitalizzazione delle banche europee e di altri aiuti, secondo fonti dell’informatissima stampa britannica. Tuttavia la speranza che un intervento di politica economica sia imminente mantiene le Borse in territorio positivo.
Milano sale di oltre un punto percentuale e sulla stessa media si collocano il Dax a Francoforte e il Cac 40 a Parigi. Nella capitale francese, c’è un’aria di euforia un po’ artefatta e solidamente suggerita. Si sa che dall’Eliseo, cioè il suo inquilino principale, Nicolas Sarkozy, ha impartito l’ordine del “tutto va bene”. E anche che “l’euro si salverà insieme alla Grecia”. Infine, soprattutto, che si salveranno alla grande le banche francesi.
Al momento i mercati attendono ancora. Sono saliti all’inizio della settimana, recuperando quasi otto punti dopo le discese libere di agosto e di settembre. Credono che alla fine, anche se non c’è nulla di fatto e di concreto, l’intervento europeo arriverà.
Al momento restano in territorio positivo, ma senza esagerazioni, anche perché arrivano le incomprensibili disposizioni sull’introduzione della Tobin tax, di certo non gradita, ma soprattutto già respinta dai britannici. Alla fine, ammettendo che la Tobin tax si possa realizzare tecnicamente, si potrebbe assistere a una fuga di capitali e di transazioni finanziarie nella City di Londra. Siamo solo a metà giornata.