Dopo il referendum il bilancio che si può scorgere negli ultimi sondaggi politici elettorali prodotti da Eumetra Monterosa per il Giornale assume tutt’un altro valore: la consultazione è di venerdì scorso ma rileggendola alla luce della vittoria di Renzi ieri sulle trivelle alcune cose potrebbero cambiare. Il sondaggi condotto chiedere al cambio di italiani intervistati se il Governo Renzi cadrà entro un anno o arriverà a fine mandato regolare nel 2018. Per il 53% degli italiani Renzi può vivere sonni tranquilli fino alla fine, mentre per il 10% potrebbe credere ad inizio 2017, per l’11% cadrà subito dopo il risultato del referendum costituzionale di ottobre, e infine l’8% crede che il premier segretario Pd non riuscirà neanche ad arrivare al voto referendario di fine 2016. Ebbene, con la vittoria che avrà un peso non indifferente, sopratutto nelle correnti interne al Pd notevolmente infastidite dalla “sconfitta” al voto sulle trivelle e soprattutto nell’attacco frontale che ieri Renzi ha prodotto contro regioni (Emiliano in Puglia) e “gufi interni”, ovvero la minoranza dem. L’equilibrio già molto fragile reggerà per questi due anni che attendono la fine del mandato? L’impressione è che la soglia utile a comprenderlo sia ancora di più fissata al referendum sulla riforma costituzionale: dopo ottobre, forse, ne sapremo di più.
La recente scomparsa di Gianroberto Casaleggio ha comportato grandi dubbi all’interno del M5S su chi sarà il successore al trono. Questa la situazione degli ultimi sondaggi politici 2016: molte voci parlavano di un’eredità dovuta al figlio Davide che lo stesso Gianroberto aveva introdotto nelle file del partito e suo braccio destro personale. In realtà la situazione è molto più complessa e si è creata una sorta di spaccatura. Da una parte si schierano i pro Direttorio ed acclamano come leader Luigi Di Maio, dall’altra invece chi vorrebbe un cambiamento totale ai vertici. Questa mattina senatori e deputati del Movimento si riuniranno proprio per definire meglio la vicenda, trovando ancora una volta il Direttorio contrario in quanto, cita Termometro Politico, si tratterebbe di “dibattiti inconcludenti”. Lo stesso Luigi Di Maio, durante un’intervista a La Repubblica, ha sottolineato che Davide Casaleggio prenderà il posto del padre. Un sondaggio richiesto da Agorà e svolto da Ixè ha cercato di fare luce sulle preferenze sul futuro leader di M5S in cui spicca con il 67% Luigi Di Maio. Segue l’11% di Alessandro Di Battista, il 4% di Federico Pizzarotti ed il 3% di Virginia Raggi. Il 12% degli intervistati inoltre ha affermato che Gianroberto Casaleggio è insostituibile. Per quanto riguarda la struttura fisica del Movimento, gli intervistati hanno espresso parere favorevole, pari al 96%, sul mantenimento della fisionomia e della compattezza del partito.