Quella di Gianni Vattimo non è stata una mera provocazione. Il filosofo, ex militante dell’Italia dei Valori e catto-comunista convinto (“fin dalla tenera infanzia”, dice lui stesso) si è auto-candidato, con un post sul suo blog, tra le fila del Movimento 5 Stelle per le prossime elezioni Europee. La scelta può apparire singolare, ma il professore la motiva spiegando che non si tratta di un cambio di bandiera, ma della volontà di abbracciare l’unico partito che nell’attuale panorama politico può essere in grado di raccogliere le sue battaglie. Niente da fare, però, perché Beppe Grillo è intervenuto per sbarrargli la strada: “Gianni Vattimo non è candidato né candidabile alle elezioni europee con il Movimento 5 Stelle”, ha chiarito il leader su Twitter. Vattimo si dice sorpreso, ma incassa il colpo e prosegue per la sua strada. Lo abbiamo contattato per capire cosa è accaduto.
Professore, perché Grillo l’ha scaricata?
A dir la verità la reazione di Grillo mi ha un po’ sorpreso, visto che durante una conversazione telefonica di qualche giorno fa avevamo anche parlato delle regole che avrei dovuto seguire per essere candidato. Forse lui stesso non sapeva dei miei due mandati, cosa che però avevo già chiaramente scritto in un pezzo pubblicato sul mio blog che ho provveduto a inviargli. Comunque dopo il tweet non ho ancora avuto modo di parlargli.
Credeva di potersi candidare nonostante le rigide regole del Movimento 5 Stelle che prevedono una scelta dal basso avallata dal consenso della Rete?
Visto che il Movimento si presenta in Europa per la prima volta, credevo potesse essere utile il contributo di una persona che aveva già vissuto quell’esperienza dall’interno. Le regole però ci sono e non chiedo che venga fatta un’eccezione per me, quindi continuo ad essere disponibile per un’eventuale offerta dei 5 Stelle.
Solo loro e nessun altro?
L’unica alternativa sarebbe tornare con Di Pietro, al quale continuo ad essere molto legato, ma mi sembra poco verosimile candidarmi per un partito che difficilmente in questo momento ha possibilità di superare la soglia del 4%.
Come mai ha scelto proprio il Movimento di Grillo?
Non avevo altre chances. È il partito più a sinistra che riesco ad immaginare con qualche prospettiva di riuscita nelle elezioni europee. Sono stato a lungo nell’Italia dei Valori, e Grillo e Di Pietro per molto tempo sono stati sulla stessa lunghezza d’onda, o quasi.
Quindi non si tratta di un cambio di bandiera…
No, la mia posizione non è che si sposti di chissà quanto: sono un catto-comunista fin dalla più tenera infanzia. Sono semmai i partiti nei quali mi sono trovato a militare di volta in volta che hanno cambiato posizione. Io, di conseguenza, mi sono dovuto adeguare. Ripeto: non è né una conversione ideologica né politica, bensì una scelta pragmatica relativa al fatto che ormai l’Idv non ha più alcuna possibilità. Per questo mi sono reso disponibile per un’eventuale candidatura con il Movimento 5 Stelle, anche perché credo di avere diverse cose in comune con loro.
Quali ad esempio?
Soprattutto la lotta no-Tav, il rifiuto del fiscal compact europeo e i dubbi sull’opportunità di mantenere l’euro.
I grillini dovrebbero però essere più “elastici” sulle regole?
Decisamente. E non solo in questo caso che mi vede coinvolto e in cui chiaramente non posso essere obiettivo. Più in generale, credo che rimanere così attaccati alle regole non possa far altro che produrre, a lungo andare, solamente danni e contraddizioni. Proprio come è avvenuto con Rodotà alla presidenza della Repubblica…
Si spieghi meglio.
Rodotà era stato indicato dalla Rete, è vero, però anche lui aveva alle spalle numerosi mandati parlamentari ed era stato addirittura presidente del Partito Democratico. Sia chiaro, non sto dicendo che punto al Colle, però in quel caso i grillini non si sono fatti problemi a candidare una persona con un passato politico ben preciso e decisamente distante dalla realtà del Movimento.
Ma, per esempio, perché non si riconosce in un partito come Sel?
Prima di tutto è molto difficile distinguere Sel dal Pd, con il quale non voglio avere niente a che fare. Vendola tende un po’ ad appiattirsi sul Partito Democratico. Insomma, non mi dà alcun affidamento…
Come mai invece il Pd l’ha così delusa?
Il Pd ha tradito tutto il tradibile. Renzi rappresenta certamente una novità, ma dà l’impressione di essere più di destra che di sinistra. Per ragioni di governo, i democratici hanno calpestato tutto ciò che avevano di sinistra e che proveniva dal Pci. Con la “vera” sinistra, ad oggi, il Pd non ha praticamente niente in comune.
(Fabio Franchini)