La chiusura di venerdì 29 gennaio ha fatto segnare un calo marcato dei listini, in particolare con riferimento al settore tecnologico. A pesare sono state da un lato le indicazioni giunte dal fronte macroeconomico, con le richieste di sussidi alla disoccupazione che, benché in calo nell’ultima settimana, si sono attestate su livelli (470.000 unità) superiori alle attese del mercato, e gli ordini di beni durevoli aumentati a dicembre dello 0,3%, ben al di sotto delle previsioni degli analisti (+2%), e dall’altro quelle arrivate dal fronte societario, dove a deludere sono stati gli outlook per il trimestre in corso rilasciati da alcune società.
Vediamo la situazione grafica dei listini:
S&P500 (1.073,87)
La settimana si è chiusa con un calo dell’1,64%, dopo il break out ribassista della trendline di lungo che già avevamo evidenziato settimana scorsa, i prezzi continuano la loro discesa andando dritti dritti come primo obiettivo ribassista verso area 980-1.000. Il MACD ci conferma che è iniziato un trend ribassista sul lungo, RSI si sta dirigendo verso la zona ipervenduto, STOCASTICO non è più in zona ipercomprato, tutto ciò ci conferma la tendenza al ribasso. Sul breve periodo si vede chiaramente che il primo livello di supporto importante è proprio area 1.030-1.019.
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NASDAQ100(1.741,00)
Anche il listino tecnologico con una chiusura in flessione del 3%, sta subendo questo forte movimento di correzione, e dato che è stato in grado di recuperare oltre il 60% dai suoi minimi, ci aspettiamo un ritracciamento che potrebbe portare a testare area 1.700-1.660 in ottica di lungo. Nel breve dopo aver violato la trendline rialzista, i prezzi hanno rapidamente raggiunto i minimi di novembre 2009 e gli indicatori non ci danno segnali confortanti. Ci aspettiamo dunque una continuazione del trend ribassista.
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Ricordiamo che il trading è un business e come tale deve essere concepito da chi vuole gestire i propri soldi in maniera profittevole, assumendo anche i rischi relativi. Infatti, l’attività di trading rimane un’attività ad alto rischio, che richiede molta attenzione, perché la competenza non è sufficiente per maneggiare previsioni sugli andamenti dei mercati sempre opinabili, perché spesso i mercati si comportano in modo imprevedibile anche dal più esperto commentatore.
In particolare, sottolineiamo che le posizioni short, se da un lato possono portare a grandi guadagni, sono dall’altro più difficili da gestire e che se effettuate in leva possono determinare anche perdite molto rilevanti.
Parentesi trading:
Dopo aver chiuso parte della posizione short sul titolo USA ATP OIL AND GAS CORP, avremmo definitivamente chiuso la posizione al raggiungimento del 20% di profitto.(28/01/2010 a 15,13 USD).