Nichi Vendola ha sciolto la riserva: si candiderà alle primarie del Partito democratico, e l’intenzione è quella di vincerle. Dopo le polemiche interne al partito, quando cioè alcuni rappresentanti dello stesso Pd avevano chiesto che non gli fosse concesso candidarsi perché non omogeneo a quelli che sono i punti programmatici del Partito democratico, Vendola ha deciso di farlo lo stesso. Lo ha spiegato sul suo sito ufficiale: “Per scacciare il fantasma del Monti bis e trasformare le primarie da ennesima faida di partito a occasione di svolta per il Paese, ci vediamo al Mav di Ercolano, sabato 6 ottobre alle 18. Accetto la sfida per vincerla”. Così tra Renzi e Bersani ecco il terzo nome che si candida a guidare il centro sinistra in vista delle prossime elezioni nazionali. Proprio Bersani aveva sempre invitato Vendola a candidarsi senza preclusioni. E proprio sabato ci sarà a Roma l’assemblea nazionale del partito, assemblea in cui fra le altre cose verranno stabilite le nuove regole per le primarie. Secondo alcune indiscrezioni si vorrebbe introdurre la norma che per potersi candidare occorrono ventimila firme di sostenitori. Inoltre per andare a votare bisognerà dotarsi di una tessera di “sostenitore del centrosinistra” e il doppio turno nel caso che nessuno dei candidati al primo turno ottenesse il 50% delle preferenze. Inoltre sembra che si voterà anche la deroga allo statuto che prevede l’automatismo della candidatura a premier del segretario. In questo modo Renzi potrà candidarsi automaticamente. Altre indiscrezioni invece dicono che ogni candidato alle primarie debba ottenere trecento firme di sostegno da parte dei membri dell’assemblea nazionale o il 3% di sottoscrizioni tra gli iscritti al Pd. Ma c’è anche chi, nel partito, ritiene che le primarie stesse siano inutili. Infatti questi esponenti penserebbero che l’unica soluzione efficace per il dopo le elezioni sia un Monti bis, idea che sia Bersani che Vendola combattono nel modo più deciso. Da parte dei diretti rivali di Vendola al momento non ci sono state osservazioni, cioè Renzi e Bersani.
Ha invece commentato in modo positivo la decisioen di Vendola il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro che ha poi aggiunto: “Allo stato per come la legge elettorale si prefigura, anche se scommetto che se ne farà una nuova passando dalla padella alla brace, non ci stanno le coalizioni, quindi non mi devo candidare alle primarie del Pd: sono il presidente dell’Idv. Non posso partecipare a primarie che non mi appartengono”.