Continua la protesta degli avvocati, indetta dall’Organismo unitario dell’avvocatura italiana, contro i provvedimenti del governo Monti. Nel mirino le “liberalizzazioni selvagge” che sarebbero state ipotizzate dall’esecutivo. «In attesa di conoscere la nostra sorte – spiega a IlSussidiario.net il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa –, abbiamo pensato di promuovere la cultura dei cittadini in ordine alla tutela dei loro diritti. Il nostro sciopero, infatti, non nasce per tutelare interessi corporativi, ma parte da una preoccupazione: aumentando i costi della giustizia, come il contributo unificato che devono pagare le persone che promuovono un’azione di giudizio, oggi quadruplicato, i cittadini sono scoraggiati nel far valere i propri diritti».
Quali altri provvedimenti del governo non vi convincono?
Innanzitutto, non si è espresso sulla riforma forense che si è arenata alla Camera. Abbiamo chiesto che l’esecutivo prenda posizione sull’argomento e che riceva gli ordini professionali così come accade con i sindacati e Confindustria.
Riguardo ai Tribunali delle imprese, poi, è stata introdotta una discriminazione.
Cosa intende dire?
I cittadini dovranno accontentarsi di una giustizia di serie B, perché il diritto di proprietà, dei rapporti associativi e di lavoro passerà in secondo piano rispetto a quelli delle imprese. Anche questo è un modo per menomare l’accesso alla giustizia.
C’è poi un problema riguardante le tariffe?
Assolutamente sì. Anche se non si legge sui giornali, i tribunali oggi sono nel caos perché le tariffe minime e massime sono state abolite e non c’è chiarezza su come calcolare le spese processuali e la liquidazione dei compensi. In alcuni tribunali stanno continuando ad applicare le vecchie tariffe, in altri la decisione è stata rinviata e in altri ancora la questione è stata risolta attraverso valutazioni discrezionali.
Sulle liberalizzazioni non siete quindi disposti ad andare incontro al governo Monti?
Vede, quando si usa questo termine si pensa alla soppressione di vincoli e limiti ingiusti. Nel nostro caso invece vengono minacciate quelle garanzie che assicurano trasparenza e uguaglianza di trattamento ai cittadini su una materia delicata come quella della giustizia. E ad ogni modo, le nostre proposte, sono state del tutto ignorate.
Riguardo invece all’istituzione del socio di capitale di cui si parla da qualche tempo?
Siamo assolutamente contrari sia al socio di maggioranza che a quello di minoranza. Con questa proposta si rischia di far entrare negli studi dei corpi estranei, con la possibilità di aumentare i conflitti di interesse e quelle logiche di profitto che possono snaturare le modalità con cui si lavora e ci si rapporta con i clienti. In questo senso, i rischi e i pericoli che il legislatore non ha preso in considerazione sono molteplici.
Ma fino a quando continuerà la protesta?
Intanto aspettiamo di conoscere meglio i contenuti del decreto “Cresci Italia” e di sapere se il governo sceglierà di discutere con noi.
Nel frattempo gli avvocati si limiteranno a svolgere le funzioni previste dalla legge, cessando quelle attività sussidiarie che spesso si sono rivelate necessarie per mandare avanti il lavoro dei Tribunali.
Non tutti sanno, ad esempio, che l’Ordine di Milano ha finanziato il Tribunale del capoluogo lombardo o che quello di Roma ha messo a disposizione i suoi dipendenti per supplire alle carenze del sistema…
(Carlo Melato)