“Salvini è bravo a raccogliere voti ma ha dimenticato il federalismo. E’ questa l’idea portante della Lega delle origini, uscire dall’euro non ci risolverà i problemi”. Lo afferma Giancarlo Pagliarini, ministro del Bilancio del primo governo Berlusconi e militante leghista della prima ora. Ieri Matteo Salvini ha presentato il simbolo con il quale la Lega nord intende presentarsi nelle Regioni del Mezzogiorno: un cerchio blu con la scritta gialla e bianca “Noi per Salvini”.
La scelta di Salvini di presentarsi al Sud va contro i principi della Lega degli inizi?
Niente affatto, l’idea di Bossi era una separazione consensuale tra Nord e Sud. Le posso leggere una citazione dal libro di Giuseppe Turani, I sogni del grande Nord?
Come no…
“Seguendo l’idea di Bossi, il Sud potrebbe risorgere a nuova vita. E’ chiaro infatti che in caso di creazione di due monete, se quella del Nord si rivaluta fortemente, quella del Sud scende, precipita, si svaluta in modo spaventoso. Ma a questo punto il Sud si trova in condizioni fantastiche per cominciare a esportare. Anche gli imprenditori del Nord possono trovare conveniente fare produrre le loro merci nel Sud dove pagano in moneta svalutatissima. Insomma il Sud si trasforma per incanto in una sorta di tigre del Mediterraneo e la sua economia comincia a crescere a ritmi spaventosi”.
E quindi?
Io che c’ero ai tempi della Lega di Bossi confermo tutto: noi volevamo la “separazione consensuale” del Nord perché era l’unico modo per fare ripartire l’economia del Sud. Il fatto che Salvini si rivolga al Sud non vuol dire che la Lega è cambiata, fin dagli inizi tra i nostri scopi c’è stato quello di aiutare il Mezzogiorno.
Eppure nei suoi comizi Bossi questo non lo ha mai detto…
Nei suoi comizi Bossi doveva esprimersi in modo che tutti capissero e non poteva fare dei discorsi da economista. Ma già all’epoca la politica della Lega nord sarebbe stata di grande aiuto al Sud, e quindi oggi il ragionamento di Salvini mi sembra che sia tutto sommato naturale. Il problema però va molto più alla radice di come è espresso da Salvini.
In che senso?
Se il Paese è organizzato male, tutte le iniziative di Salvini prolungano l’agonia ma non curano il malato. Ciò di cui c’è bisogno è di una riforma federale sul modello svizzero. Di fatto però Salvini non parla mai di federalismo. Per questo un fondatore come Gianfranco Miglio non sarebbe d’accordo con l’attuale leader della Lega, così come non lo sono io. L’Italia era organizzata male anche prima dell’euro, se l’obiettivo di Salvini è soltanto quello di uscirne torneremo al punto di partenza che già non ci andava bene.
Anche sulla strategia di Salvini non si trova d’accordo?
Salvini è il leader di un partito e cerca di portare più voti possibile: da questo punto di vista fa bene il suo mestiere. Se invece il suo obiettivo non fosse quello di prendere qualche voto in più, bensì di lavorare veramente per le generazioni future, dovrebbe concentrarsi di più sulla vera priorità che è la riforma federale. Il federalismo non significa destinare due o tre euro in più o in meno, e neppure attuare un programma meramente politico, bensì è una prospettiva diversa a partire dalla quale si interpreta il mondo.
La Lega di Salvini sta “svuotando” Forza Italia?
Il problema di Forza Italia è uno solo, Berlusconi dovrebbe ritirarsi dalla politica attiva. Arrivato a una certa età dovrebbe accontentarsi di dare dei buoni suggerimenti. E poi intorno al Cavaliere vedo abbastanza il deserto.
Come vede invece il duello tra Salvini e Tosi?
Lo vedo abbastanza da lontano. Visto da fuori, da ex simpatizzante della Lega, dico che mi dispiace perché vorrei che Tosi e Salvini lavorassero insieme. Bisogna vedere però qual è l’obiettivo, perché se è prendere qualche voto in più senza cambiare la struttura portante del Paese, non saprei nemmeno per quale dei due fare il tifo.
(Pietro Vernizzi)