«Il Quantitative easing della Bce garantirà all’Italia un anno di tregua, al termine del quale i nostri problemi si ripresenteranno esattamente come prima. Renzi a quel punto si dovrà fare da parte e torneremo a essere governati dall’esterno». È la previsione di Carlo Pelanda, Professore di Politica ed Economia internazionale nell’Università della Georgia di Athens. Oggi si terrà la riunione del board della Bce che dovrà decidere i dettagli relativi all’operazione di allentamento monetario. Quindi le banche centrali dell’Eurozona potranno iniziare l’acquisto su ampia scala di titoli di Stato.
Che cosa si aspetta dalla riunione del board della Bce?
La Bce oggi deve decidere su molti importanti dettagli relativi all’allentamento monetario. Dalla prossima settimana dovrà iniziare a eseguire gli acquisti di titoli di Stato per 45 miliardi di euro al mese e di obbligazioni per 15 miliardi.
A chi andranno i benefici di questa operazione?
Queste manovre macro di liquidità sistemica danno a tutti un beneficio. È una bella “aspirina”, anche se la vera cura per l’Eurozona dovrebbe essere quella di cambiare i modelli economici. L’obiettivo della Bce è riportare l’inflazione vicino al 2% dall’attuale 0%. Molto probabilmente ci riuscirà, anche perché c’è un dettaglio importante di cui tenere conto.
Quale?
La Bce ha deciso che per 18 mesi stamperà moneta per 60 miliardi di euro al mese. Non è detto però che finisca nel settembre 2016, può darsi che vada avanti a farlo anche dopo quella data fino a che non raggiungerà il suo obiettivo statutario che consiste nel portare l’inflazione al 2%. Ciò implica però che ci sia un po’ di crescita nell’intera Eurozona. Per un anno comunque potremo stare tranquilli perché la Bce proteggerà tutti.
Possiamo guardare con serenità al nostro futuro?
Sì, ma c’è un punto interrogativo che riguarda il fatto che l’Europa non è l’America. C’è il sospetto che la trasmissione dello stimolo monetario nel Vecchio Continente sarà molto ostacolato dalle nostre inefficienze, da un sistema bancario primitivo, da politici ridicoli e da democrazie inesistenti.
L’Italia è pronta a sfruttare le opportunità legate al Quantitative easing?
No. Il problema dell’Italia è che c’è un governo che racconta un sacco di frottole e che paradossalmente riesce a farsi credere: per esempio, dice che abbassa le tasse e invece le alza. La gente ci crede perché, a differenza dei suoi predecessori, il governo Renzi ha la capacità di creare uno spirito goliardico e allegro che favorisce la rimozione del rischio. Pur non facendo niente, riesce a creare quel pelo di ottimismo che convince le persone del fatto che le cose andranno meglio. Nella sostanza però non sta facendo nulla.
Che cosa dovrebbe fare il governo Renzi?
Da questo punto di vista dobbiamo essere onesti. Come possiamo pensare che un governo di sinistra con una forte componente populista-radicale possa riuscire a fare un minimo di riforme? È ovvio che l’Italia non farà alcuna riforma. Una volta che l’intervento della Bce avrà esaurito i suoi effetti, ci troveremo di nuovo davanti a tutti i problemi annosi dell’Italia. Il nostro Paese ha un destino di insolvenza del debito perché non riuscirà a crescere più di tanto.
Quindi il nostro governo non sta facendo nulla?
Il governo Renzi si è limitato e continuerà a limitarsi a limature prive di qualsiasi effetto macro-sistemico. La realtà è che in questo momento l’Italia non è governata. Ma quantomeno grazie all’intervento della Bce dopo anni di recessione, possiamo sorridere e farci un anno di vacanza. Lasciamo pure che questo governo continui a raccontarci delle frottole perché quantomeno lo fa in modo molto simpatico.
Che cosa accadrà alla fine di questo “anno di vacanza”?
Il governo Renzi dovrà farsi da parte, perché i problemi dell’Italia si ripresenteranno e a quel punto, dal momento che siamo il ventre molle del sistema globale, dovremo essere nuovamente governati dall’esterno. Renzi non può garantire al sistema internazionale che riuscirà a reggere al debito, e quindi difficilmente l’Italia può pretendere di avere una sovranità che le consente di decidere del suo destino, come del resto sta avvenendo anche alla Grecia.
(Pietro Vernizzi)