Un accordo in maggioranza, tra esponenti del Pd, Ap e Ncd ha portato, secondo fonti governative, ad alcuni cambiamenti al ddl Cirinnà sulle unioni familiari. Il discusso decreto, che di fatto doveva introdurre il matrimonio fra coppie dello stesso sesso, nella nuova stesura dovrebbe cancellare il concetto di matrimonio, cosa che i parlamentari cattolici della maggioranza avevano contestato. Via dunque il richiamo agli articoli del codice civile relativi al matrimonio che invece saranno sostituiti da un elenco dei diritti sulla base dell’articolo 2 della Costituzione e non dell’articolo 29 come in un primo tempo. In questo modo le unioni civili non saranno più equiparate al matrimonio, che rimane quello tra uomo e donna. Naturalmente la discussione è ancora in atto e non è detto che l’ala più oltranzista e liberal del Pd non protesti chiedendo il ritorno alla formula originale del decreto. Restano nel decreto l’estensione dei diritti sociali, la reversibilità per i membri della coppia unita civilmente e la step child adoption. Secondo le previsioni, il decreto arriverà al voto alla Camera a metà ottobre.