“Il fatto che Berlusconi si dica disposto ad accettare un presidente della Repubblica vicino al Pd è un segno di realismo e di buonsenso. Il Cavaliere sa di essere debole e si è reso conto di dover trattare”. E’ il commento di Vittorio Feltri, editorialista de Il Giornale, dopo che il leader di Forza Italia in un’intervista ha affermato: “Il problema non sono le radici politiche. Ma che sia un presidente della Repubblica equilibrato, un garante”. Per Feltri questa figura “non può essere certamente Draghi, perché troppo ingombrante, e neanche Bersani, che voleva ‘smacchiare il giaguaro’. Piuttosto mi aspetto Padoan, una persona che non fa ombra neanche a se stesso”.
Che cosa ne pensa delle aperture di Berlusconi a un presidente vicino al Pd?
Credo che si sia reso conto anche lui che un candidato “imparziale” è quasi impossibile, è un po’ come cercare l’ago in un pagliaio. D’altra parte è anche bene che Berlusconi applichi un po’ di realismo, perché dal momento che la maggioranza in Parlamento è costituita dal Pd e da altri elementi di sinistra, è difficile imporre un candidato imparziale.
Nelle ultime quattro o cinque elezioni del resto al Quirinale è sempre stato eletto un uomo di sinistra. E’ una “tradizione” che si può interrompere?
Ritengo di no, soprattutto nel momento in cui Berlusconi non ha una grande forza politica essendo stato escluso dal Parlamento. In un negoziato con Renzi, se si tiene conto del Patto del Nazareno, Berlusconi è un po’ in minoranza e non ha quella forza per imporre determinate scelte. Deve trattare, e se si è reso conto di questo è un segno di realismo e anche di buonsenso.
I parlamentari di Forza Italia seguiranno Berlusconi o faranno i franchi tiratori?
I franchi tiratori sono una tradizione ineliminabile nel nostro parlamento, e non escludo che qualcuno possa anche ribellarsi. Non penso però che in Forza Italia ci sarà un fenomeno di franchi tiratori di massa. Nel partito prevarrà il senso di responsabilità e ci si adeguerà alle scelte del capo. Berlusconi per ora è il capo indiscusso anche perché non ce n’è un altro.
L’apertura di Berlusconi è un sintomo di difficoltà politica?
E’ evidente a chiunque che ci sia una certa difficoltà, anche perché la scelta di Berlusconi di fare il patto del Nazareno non è stata accolta dagli applausi dei suoi uomini. In Forza Italia c’è una crisi di leadership, ma è una crisi irrisolvibile perché non ci sono alternative a Berlusconi: manca un elemento di spicco in grado di prendere in mano il timone.
Nel voto per il Quirinale, la Lega nord si accoderà a Berlusconi?
Questo lo escludo, i leghisti non avranno nessuna intenzione di votare per un renziano. La Lega nord marcia per conto proprio e non penso assolutamente che si accoderà a Berlusconi. Anzi avrà i suoi candidati già dalle prime fasi della votazione.
Grillo “venderà” i suoi voti a qualcuno?
Grillo è un uomo imprevedibile. Anche lui però ha perso molto smalto come leader dell’M5S, in particolare in seguito agli accadimenti degli ultimi mesi. Lo stesso Grillo dovrà ammorbidirsi e seguire i suggerimenti che provengono dalla base parlamentare. Quando perdi forza come leader devi un po’ adattarti a quello che suggeriscono gli altri.
Lei si aspetta che le votazioni per il Quirinale saranno un caos?
Da molti anni eleggere il presidente della Repubblica è un caos. Stavolta quindi siccome tutti si aspettano un caos raddoppiato rispetto alle volte scorse, ci sarà invece un’elezione abbastanza rapida e morbida.
In questa situazione chi avrà più forza per imporsi, Renzi o magari un outsider?
Sicuramente Renzi, che al momento è il più forte e quindi imporrà la sua linea. La farà accettare, non so come, ma è chiaro che è lui che tirerà le fila.
Il voto segreto in questo caso può giocare a sfavore di Renzi?
I franchi tiratori si mobilitano solo nel voto segreto. Le sorprese sono quindi sempre possibili, ma dopo il pasticcio con Prodi nel 2013, questa volta non credo che ci sarà un bis.
A proposito di Prodi, ritiene che possa tornare in corsa?
Non c’è dubbio, non a caso ha incontrato Renzi. Sono certo che il Professore è uno dei nomi sui quali punta il premier e che fa parte della rosa. Nella rosa invece non c’è Draghi, perché sarebbe un presidente della Repubblica imponente e in grado di determinare molte scelte politiche. Mentre Renzi è uno che non vuole intromissioni e che non accetterà che sia il Colle a condurre le danze. La mia certezza è che farà eleggere un uomo che non gli faccia ombra.
Come vede Violante, che in fondo non è inviso a Berlusconi?
Sì, ma è tutto da vedere che Violante stia simpatico a Renzi. E’ un nome e potrebbe anche venire fuori, ma non mi sembra che per il momento sia uno degli uomini di maggior spicco.
Bersani può essere una figura di garanzia?
Non credo. Non dimentichiamoci che Bersani era quello che voleva “smacchiare il giaguaro”.
Comunque il nuovo presidente non sarà una figura di primo piano?
Sarà sicuramente una figura di secondo piano che non sia in grado di disturbare. Uno come Pier Carlo Padoan, che non fa ombra a nessuno, neanche a se stesso.
(Pietro Vernizzi)