Salvini chiama, Berlusconi risponde. Il leader della Lega nord, dopo il successo alle Europee, ha fatto sapere: “Domani volo a Bruxelles a incontrare la nostra alleata Marine Le Pen. Poi voglio incontrare Silvio Berlusconi. Ci siamo già sentiti al telefono. Bisogna riaprire il dialogo con Forza Italia. Non può essere che l’Italia sia l’unico Paese d’Europa senza un forte centrodestra”. Immediata l’apertura di Berlusconi, che ha sottolineato l’intenzione di ricostruire la coalizione di centrodestra alleandosi con la Lega, annunciando per oggi una conferenza stampa congiunta con Matteo Salvini alla Camera per spiegare le ragioni della firma sui loro referendum. Intanto c’è chi si spinge oltre, giungendo a ipotizzare un ruolo di primo piano di Salvini come guida dell’intera coalizione di centrodestra. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Covre, leghista della prima ora, ex deputato, ideatore del Movimento dei Sindaci del Nordest e amico personale di Roberto Maroni.
E’ vero che Berlusconi starebbe guardando con simpatia a Salvini come futura guida del centrodestra?
E’ un’ipotesi che va studiata, verificata ed eventualmente provata. Il Paese ha bisogno anche del centrodestra, visto che il centrosinistra con Renzi ha vinto il “tappone dolomitico” con un distacco di ore. Anche il centrodestra deve riorganizzarsi, secondo modalità ancora tutte da inventare. Salvini è stato bravo a tirare fuori la Lega dalla sala di rianimazione, in cui si trovava dopo la “caduta” di Bossi sulla vicenda del cerchio magico.
Ora Salvini deve fare una bella riabilitazione. Che cosa va cambiato nel centrodestra?
Forza Italia è in grave difficoltà, non è più quella di alcuni anni fa e manca completamente di una prospettiva di leadership. I partiti oggi non possono continuare con le regole dell’800. Forza Italia dovrà risolvere questo enigma della successione a Berlusconi, e poi inventarsi delle primarie insieme alla Lega. Berlusconi non può fare il Re e dire: “O me o mia figlia”. Come Renzi è figlio delle primarie del centrosinistra, così anche il centrodestra dovrà trovare un nuovo leader con le stesse modalità.
Qual è l’impronta che Salvini intende dare alla Lega nord?
Salvini dovrà recuperare la bandiera federalista, perché molti soprattutto in Veneto ci credono ancora. Lo stesso Renzi, che nei prossimi giorni verrà in Veneto, è abbastanza aperto su questi temi. La Lega nord del resto ha raccolto molti voti al sud per le sue posizioni sull’immigrazione, e occorrerà trovare soluzioni a livello europeo al problema dei flussi in ingresso. La Lega ha ancora i suoi temi forti e dovrà continuare a sostenerli.
Il programma di Salvini potrebbe cambiare se dovesse trovarsi alla guida dello schieramento di centrodestra e non solo del suo partito?
Il programma di Salvini dovrebbe essere adattato, in quanto gli occorrerà più stoffa per fare un vestito più grande. Non potrà più essere un abito su misura solo dell’elettorato leghista. D’altronde quello sul programma sarà un lavoro piuttosto facile, e il primo passo da compiere sarà quello di rendersi conto una volta per tutte che non ci sono più leggi ad personam. Berlusconi ormai sta pagando dopo 20 anni di tentativi di incastrarlo da parte dei suoi nemici, e oggi è depotenziato e fuorigioco. Il nuovo programma del centrodestra non avrà più l’”orpello” delle leggi ad personam.
Forza Italia in Veneto è passata dal 36% del 2006 al 14% di quest’anno. Come si spiega questo tracollo?
Per Forza Italia la fuoriuscita di Ncd è stata un’emorragia non indifferente. Ma soprattutto stiamo parlando di un partito fondato e sostenuto da un leader carismatico, un uomo solo al comando come Berlusconi. Quando il leader va in difficoltà la conseguenza è una debacle elettorale. Gli amici di Forza Italia devono pensare a una rifondazione, anche perché Berlusconi è al capolinea. Inoltre a differenza del Sud dove c’è Fitto capace di prendere 130mila voti di preferenza, nel Nordest Forza Italia non ha nessuno capace di rappresentarla.
Perché ritiene che Berlusconi sia arrivato al capolinea?
Stiamo parlando di un uomo che ha 78 anni, e l’Italia ha già scelto per i giovani. Chi continua a scommettere su leader anziani come Berlusconi non ha capito in quale direzione sta andando il Paese. Il Cavaliere appartiene a una classe politica che ha fatto il secolo scorso, ed è inutile che si ostini. Ormai ha fatto quanto poteva fare, nel bene o nel male, ed è come pensare a una rinascita di Bossi, di Di Pietro, di D’Alema o della Rosy Bindi.
(Pietro Vernizzi)